S’inaugurerà sabato 10 ottobre, presso il Museo Gracco di Pompei, la nuova mostra di pittura “Artisti sotto il Vesuvio” degli allievi del M° Franco Gracco. Madrina della serata la prof.ssa Amalia Casale, Presidente del Club Inner Wheel “Pompei – Oplonti – Vesuvio Est”. L’esposizione sarà visitabile fino all’8 novembre 2015.
Espongono: Felice Accumulo, Rosa Caiazzo, Erika Carotenuto, Pascal Fiorentino,
Margherita Formisano, Michele Iovine, Serena Martino, Andreana Monaco, Giuseppe Palomba,
Ilaria Ranieri, Roberta Roma, Luisa Sodano, Teresa Tagliaferro, Marianna Tessito, Luigi Vitiello.
Il logo, ideato dal M° Gracco, che appare sulla locandina della mostra, è il segno che rappresenta insieme una tradizione e un progetto. Vi si scorge, sullo sfondo, lo schizzo di un Vesuvio attraversato da pennelli intinti di colore, di rosso vivo, che ricorda tanto il suo “fuoco interiore”. E’, infatti, risaputo che alle pendici del vulcano si sono sviluppate, da alcuni millenni a questa parte, alcune correnti artistiche di vario tipo e assai vivaci, dall’antica pittura parietale pompeiana alle più recenti elaborazioni dell’arte contemporanea sviluppate anche da artisti di fama internazionale. Sul solco di questa tradizione millenaria il M° Gracco ha trasmesso ai suoi allievi le basi per poter maturare un percorso artistico individuale ricco di soddisfazioni.
Osservando, per esempio, le opere di questa mostra, si possono già intravedere caratteristiche peculiari che distinguono, a vario grado, ciascun allievo dall’altro. La cura dei particolari nei lavori di Felice Accumulo gli permette di rappresentare efficacemente sia un micromondo fatto di miniature che un macromondo di panorami visivi più ampi. Nelle opere di Rosa Caiazzo il dettaglio naturalistico fa da sfondo alla necessità, per i suoi personaggi, di uscire da una situazione di chiusura per entrare in una condizione privilegiata di libertà. Erika Carotenuto esprime l’impellente desiderio di crescita interiore sperimentando ogni nuova combinazione possibile di forme e colori. L’attenzione alle parti anatomiche dei suoi soggetti permette a Pascal Fiorentino di rappresentare figure sognanti, immerse nel mare/stagno dei desideri sottaciuti, raccolte in pensosa meditazione. I lavori di Margherita Formisano appaiono equilibrate e solenni nella descrizione di atmosfere rarefatte, crepuscolari, impreziosite dalle “piccole cose”. I soggetti di Michele Iovine, da quelli più “fantastici” alla quelli più realistici, sono pervasi da una profonda elaborazione intellettuale e manuale.
La forte e variegata personalità di Serena Martino appare evidente dall’esuberanza di forme e dalle numerose sfumature dei colori. I disegni di Andreana Monaco sono realizzati con scrupolosa precisione e attenzione al chiaroscuro, mentre i suoi dipinti con colori accesi e contrasti forti. Giuseppe Palomba ha ricercato con diligenza i giusti rapporti di luce e ombra applicati alla rappresentazione dei panneggi. Nei lavori di Ilaria Ranieri il disegno “vitale”, i colori soffici e vellutati esprimono un costante anelito di speranza. Nelle opere di Roberta Roma le atmosfere “incantate”, rese da una luce dominante che tutto crea e forma, riescono talvolta a superare la soglia della realtà. Luisa Sodano rappresenta con straordinaria precisione e minuzia di particolari sia il chiaroscuro e il cromatismo di soggetti opachi che i riflessi di luce sui soggetti trasparenti. I lavori di Teresa Tagliaferro sono attraversati da una luce interna, un “quid vitale”, che tutto interpreta e irrefrenabilmente trasforma. Nelle opere di Marianna Tessito si possono scorgere preziosi particolari che rimandano ad un mondo interiore lontano dalle apparenze, ma presente in tutta la sua carica emotiva. A Luigi Vitiello bastano pochi colori e forti contrasti chiaroscurali per esprimere la miriade di sentimenti che legano un figlio a suo padre, il ricordo di un tempo passato e lo smarrimento di fronte al futuro.
Ci auguriamo che tutti questi, e i molti altri artisti che operano all’ombra del Vesuvio, riescano sempre ad esprimere al meglio il loro “fuoco interiore”, seminando queste nostre fertili terre vesuviane di nuove idee e di nuove speranze.