Non arretra di un passo il sindaco di Torre Annunziata sull’affaire di palazzo Fienga, e chiarisce alcuni punti della vicenda.
“Quella struttura attualmente è oggetto di due distinti atti di sequestro, notificati agli occupanti e ai proprietari, il 12 e 14 gennaio di quest’anno. Il primo è stato reso dal Tribunale Ordinario di Torre Annunziata al fine di prevenire la pubblica e privata incolumità, conseguentemente all’inottemperanza all’ordinanza sindacale di sgombero, per gravissimo pericolo di crolli. Il secondo, reso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha inteso sottrarre alla disponibilità degli occupanti un immobile definito ‘luogo di crimine’. Alcuni proprietari hanno impugnato al riesame solo quest’ultima ordinanza.
Con questo provvedimento, emesso peraltro svariati mesi or sono, sono state accolte le loro istanze, relativamente a circa dieci unità abitative.
E’chiaro che ciò non inficia il procedimento di confisca della Dda, e non rende disponibili tali immobili, atteso che su questi permane il sequestro del Tribunale Ordinario. In altre parole, ciò non determina la possibilità di rientrare nella disponibilità degli appartamenti. Appare singolare, inoltre, che tale vicenda, consumatasi mesi fa, sia riapparsa all’indomani della visita del ministro Orlando, che ci ha supportati nella nostra volontà di rendere palazzo Fienga presidio di legalità”.
“Inoltre – continua Starita – La sua destinazione ormai è stabilita. C’è un’idea progettuale che andrà avanti, anche con le ovvie e naturali variazioni che scaturiranno da un confronto con le forze politiche e con la città, ma indietro non si torna. Laddove c’era un riconosciuto intrico di famiglie camorristiche e altre in qualche modo contigue al ‘sistema’, ci sarà altro.
Mi opporrò in tutte le sedi e con tutti mezzi a che questo processo di trasformazione non venga in alcun modo interrotto. Torre Annunziata ha bisogno, oltre che di un lavoro costante e continuo di riqualificazione del territorio, anche di simboli forti e concreti come questo”.
“Sono certo – conclude – che in questa battaglia non sarò solo. Mi auguro che tutta la parte sana della città, ovvero la grande maggioranza dei torresi, sia dalla parte della legalità. Palazzo Fienga dovrà diventare palazzo Siani, e cancellare nel nome di Giancarlo e di quello di tutte le vittime innocenti di camorra anni di buio e sangue”.