La Tac su i calchi: gli antichi pompeiani avevano un’alimentazione sana

IMG_9912_001E’ stato presentato a Pompei, tramite simulazioni di indagini tomografiche aperte alla presenza della stampa, l’innovativo progetto di indagine sui calchi che andrà a svelare i segreti custoditi negli 86 involucri di gesso, i primi,  realizzati dal celebre archeologo Giuseppe Fiorelli negli anni ’60 dell’ottocento.

Divenuti negli ultimi anni le superstar del Grande Progetto Pompei, i calchi non smettono di sorprendere con il carico di informazioni che racchiudono al loro interno. Realizzati tramite colature di gesso, i calchi, hanno fermato per sempre gli ultimi attimi di vita delle vittime della fatale eruzione del 79 d.C.

Tramite indagini tomografiche, la Tac per intenderci, incrociate con la consulenza di vari specialisti, è così possibile scoprire le abitudini e la vita degli antichi pompeiani di quasi duemila anni fa ottenendo delle immagini in 3d che svelano patologie, abitudini alimentari e stato di salute in genere.

Promosso dalla Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, diretta da Massimo Osanna,  il progetto interdisciplinare, che sta prendendo piede nella città archeologica da agosto 2015, vede l’impegno di un’equipe formata da radiologi, odontoiatri, archeologi, restauratori, antropologi, ingegneri e tecnici di cartografia che stanno lavorando all’unisono per svelare i segreti delle suggestive “sculture di gesso”.

IMG_9124_001Nella mattinata di ieri, sono intervenuti, oltre al Soprintendente Osanna, il medico radiologo Giovanni Babino, responsabile delle indagini radiologiche e della radioprotezione, l’odontoiatra specialista Elisa Vanacore, il referente della Philips Spa Healthcare, Roberto Canigliula, il responsabile del cantiere dei Calchi, Stefano Vanacore,  ed alcuni antropologi di team internazionali come l’australiana Estelle Lanzer e l’antropologo e archeologo spagnolo Llorenç Alapont, quest’ultimo, assieme ad un team internazionale di archeologi, protagonista dei più recenti ritrovamenti nella necropoli di Porta Nola nello scorso mese di agosto.

IMG_4568_001Non è la prima volta che i calchi vengono sottoposti ad uno studio radiologico ma, tramite le nuovissime tecnologie messe a disposizione dalla Philips ed il coinvolgimento di diversi professionisti, questa volta, è possibile andare davvero a fondo nello studio dei calchi.

Llorenç Alapont, già direttore di uno studio antropologico e radiologico sui calchi di Porta Nola nel 2011, dichiara: “Mediante questa nuova tecnica medica al servizio dell’archeologia avanza enormemente la possibilità di conoscere la popolazione dell’antica Pompei, delle sue condizioni socio-economiche, gli stili di vita e le patologie che la caratterizzarono assieme alle circostanze in cui i suoi abitanti persero la vita. Le indagini tridimensionali permettono di conoscere il sesso, l’età e la statura tramite la misurazione e la morfologia delle ossa e le analisi sui denti. Dalle analisi sulla dentatura, infatti, condotte con la direzione della dottoressa Vanacore, si può dedurre la dieta condotta dai nostri antenati e, dalla posizione delle ossa, si può evidenziare con esattezza cosa ha causato la loro morte a seguito dell’eruzione pliniana.

Da quanto fin’ora evidenziato gli antichi pompeiani conducevano una vita sostanzialmente sena grazie ad una altrettanto sana alimentazione.

Raffaele Cirillo

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