Festa dell’Unità riuscita o meno a Ercolano poco importa alla gente, cosi come della fotogenia del sindaco Ciro Buonajuto o di altri membri del governo locale: cresca la città il resto è noia. Gli ercolanesi attendono fatti concreti da giovani politici che sicuramente possono offrire molto alla causa senza farsi prendere da eccessive enfatizzazioni mediatiche che poi alla fine altro effetto non sortiscono che quello di ridimensionare lo stesso soggetto.
I problemi in città sono tanti e gravi: dal fenomeno malavitoso mutato ma non debellato né meno invasivo negli effetti distruttivi alla creazione di opportunità d’occupazione che consentano ai giovani di sperare concretamente in un futuro migliore all’interno della propria realtà d’origine. E’ facile per qualche signorotto dire: “chi vuol lavorare è cittadino del mondo” dopo aver ampiamente sistemato nell’hinterland partenopeo parenti e fedelissimi. Ovviamente chi poi deve cercare altrove quel minimo di vivibilità che questi luoghi non hanno mai saputo garantirgli in quanto “estraneo” alla famiglia non ha alcun valore, “se ne può anche andare”.
E’ forse giunto il momento per Ercolano di unirsi nella comune finalità di “migliorare” sotto ogni profilo, da quello sociale a quello economico. Che importa chi indossa la fascia tricolore in una pubblica manifestazione invece del sindaco o quante inquadrature televisive siano destinate a Tizio invece che a Caio.
In sintesi: sotterriamo una volta e per tutte l’ascia di guerra e uniamo le energie per rilanciare una delle realtà più caratteristiche del palinsesto turistico campano. Lealtà , in un contesto dove spesso si è pro e contro gli stessi politici a convenienza personale.