Nella mattinata di martedì scorso, 7 ottobre, una serie di 31 scosse di terremoto, solo parzialmente avvertite dalla popolazione, ha generato grande preoccupazione tra gli abitanti flegrei. Numerosi cittadini hanno lasciato le abitazioni per rifugiarsi in strada e diverse scuole sono state evacuate in via precauzionale.
L’area interessata dallo sciame sismico hanno fatto sapere gli esperti dell’Osservatorio Vesuviano è quella di Pisciarelli-Solfatara a Pozzuoli. Gli eventi sono stati tutti di lieve entità, magnitudo massima pari a 2.5, e hanno avuto origine a profondità relativamente superficiali, tra i 2 e i 3 km sotto il livello del mare.
I cittadini spaventati dalle ripetute scosse, tutte avvenute tra le ore 9:30 e le 11:30 circa, hanno temuto che la situazione potesse essere il preludio ad un violento bradisismo, fenomeno caratteristico di quest’area vulcanica che comporta movimenti verticali del suolo e una conseguente destabilizzazione degli abitati sovrastanti, che nei casi più gravi devono essere evacuati. Negli anni Ottanta un’intenso fenomeno di questo tipo costrinse gli abitanti di Pozzuoli ad abbandonare il Rione Terra, la parte più antica e suggestiva della città.
Tuttavia, fatta eccezione per il grande spavento, gli eventi recenti non hanno prodotto danni e la situazione sembra non destare particolare preoccupazione. I tecnici dell’Osservatorio Vesuviano non hanno registrato variazioni significative del bradisismo flegreo, attualmente nell’area è in atto un sollevamento del suolo pari a 25 centimetri in 10 anni, e continuano a monitorare il vulcano con grande attenzione.
L’intera zona è costantemente sorvegliata con l’ausilio di importanti ed innovative tecnologie. Recentemente, a tal proposito, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, hanno messo a punto una nuova tecnica di monitoraggio in grado di calcolare, attraverso i dati satellitari e GPS, le modalità con cui il magma profondo risale all’interno del sottosuolo dei Campi Flegrei, creando deformazioni, anche millimetriche, della superficie terrestre. Inoltre è in fase di completamento un progetto che prevede la posa di un cavo sottomarino in fibra ottica, lungo 2.5 Km, che consentirà ai ricercatori di controllare, per la prima volta, anche le eventuali deformazioni del fondo marino.
Ferdinando Fontanella