Nell’ambito delle attività di controllo sul territorio di giurisdizione in materia di Pesca, Ambiente e Demanio Marittimo, così disposte e coordinate dal Comandante CF (CP) Guglielmo Cassone, la Polizia Giudiziaria – Nucleo Polizia Marittima e Difesa Costiera del Comando in intestazione, dava seguito ad attività che portavano ad eseguire accertamenti e controlli in tutto il Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia e precisamente nei Comuni di Poggiomarino, Sant’Antonio Abate, Vico Equense e Massa Lubrense, nonché controlli finalizzati alla repressione della pesca di frodo del Dattero di Mare e di prodotti ittici sottomisura del quale lo stock ittico risulta essere in un piano pluriennale di ripopolamento della specie, in particolare il “Tonno Rosso ed il Pesce Spada”.
L’attività info-investigativi ha portato i militari operanti nel Comune di Poggiomarino, presso una pescheria, esercizio commerciale di riferimento per i consumatori dell’intero hinterland vesuviano, proprio per la varietà delle specie di prodotti ittici da questa commercializzati.
All’atto del controllo, effettuato congiuntamente al personale medico – veterinario dell’ASL. NA 3 Sud, i militari rinvenivano esposti alla vendita frutti di mare di varie specie (vongole, lupini, casolari, tartufi, telline e cozze), contenuti in bacinelle ed immersi in acqua di dubbia provenienza, di contro a quanto previsto alle vigenti normative in materia di igiene e profilassi, in sacchetti non sigillati e privi di etichettatura. Il prodotto, previo esame visivo da parte del personale veterinario dell’ASL, veniva catalogato non edibile e quindi non adatto al consumano umano diretto, atteso il venir meno delle qualità organolettiche e destinato al macero a mezzo ditta autorizzata.
Ispezionando le celle frigo emergeva che la titolare deteneva prodotto ittico fresco in cattivo stato di congelazione evidenziando un cattivo stato di conservazione, constatando altresì che i “Calamari” posti in vendita per prodotto fresco di fatto non lo erano in quanto decongelati, concretizzando il presupposto della frode in commercio, ciò a discapito del consumatore finale e della salute pubblica.
All’interno della pescheria veniva accertato altresì la vendita del “Pesce Ghiaccio”, che di contro era invece etichettato come “Bianchetto” (Novellame di Alici), ciò traendo in inganno il consumatore, dove il “Pesce Ghiaccio” in sostanza risulta essere un pesce di acqua dolce proveniente dai paesi orientali con prezzo di mercato nettamente inferiore al “Bianchetto”, attesa la sua bassa qualità.
All’esito dell’ispezione, venivano sequestrati circa 100 Kg. di prodotto ittico di varie specie. Inoltre la polizia giudiziaria poteva scoprire un locale sottoposto alla pescheria, dove la titolare aveva allestito artigianalmente un vero e proprio Centro di Stabulazione, locale al quale si accedeva attraverso una botola posizionata sul marciapiede dinanzi la pescheria; all’interno del locale veniva rinvenuto l’impianto di stabulazione composto da vasche, pompe, ossigenatori e quant’altro necessario per il suo funzionamento, con all’interno frutti di mare di varie specie in fase di stabulazione, immersi in acqua di dubbia provenienza che si presentava di colore giallastro.
Il locale non soddisfava i previsti requisiti igienico – sanitari, oltre che l’esercizio era sprovvisto di qualsivoglia autorizzazione, ciò comportando il sequestro dello stesso e dell’impianto di stabulazione, realizzato abusivamente.; alla titolare venivano elevate sanzioni amministrative per circa 15000,00 euro oltre che la stessa deferita a piede libero all’Autorità Giudiziaria per le violazioni di carattere penale in materia di pesca, commercializzazione, igienicità dei luoghi di lavoro e quant’altro accertato dai militari.
Il Nucleo di Polizia Marittima – Difesa Costiera nel corso della notte e alle prime luci dell’alba odierne, poneva in essere una complessa attività di polizia giudiziaria con mezzi navali e terrestri, attività finalizzata alla repressione della pesca di frodo del Dattero di Mare e di prodotti ittici sottomisura.
Venivano sorpresi a pescare e fermati nello specchio acqueo del Comune di Vico Equense tre soggetti, pregiudicati e già noti all’ufficio, con precedenti specifici per quanto riguarda la pesca di frodo del Dattero di Mare; i soggetti venivano identificati e verbalizzati per un ammontare di 2000.00 euro, in quanto pescavano con attrezzi ausiliari di respirazione; veniva così posto in essere d’ufficio il sequestro amministrativo dell’attrezzatura, sottraendo così agli stessi attrezzature e materiale per la pesca di frodo del Dattero di Mare.
Ulteriori controlli venivano eseguiti ad imbarcazioni da pesca nello specchio acqueo dinanzi il Porto di Marina della Lobra in Massa Lubrense, nel corso dei quali il personale militare del Comando in intestazione veniva aggredito da pescatori del posto che si opponevano ai controlli per la verifica ispettiva per la detenzione di attrezzi non consentiti e di specie ittiche protette/sottomisura.
Tale situazione degenerava tanto che un componente del Nucleo di Polizia Marittima, veniva aggredito con pugni e schiaffi e per tale ragione ospedalizzato presso il Pronto Soccorso del nosocomio di Sorrento, dove gli venivano prestate le cure del caso ed eseguiti approfonditi accertamenti clinico – medici. Tutt’ora il militare è ricoverato presso il nosocomio sorrentino.
Il Comandante Guglielmo Cassone dichiara tolleranza “zero” ed il prosieguo ed intensificarsi dei controlli finalizzati alla repressione degli illeciti in materia di pesca ed ambiente, condannando il gesto inappropriato del pescatore che si rendeva responsabile della predetta aggressione, di resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale, fattispecie per la quale la polizia giudiziaria relazionava il PM di Turno della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, oltre disporsi indagini ed accertamenti del caso ed il deferimento a piede libero di tale Ercolano Carmine.