Con l’Illuminismo è iniziato per Napoli un periodo di circa cento anni marcato da notevolissime iniziative in vari campi. Pensiamo al complesso agricolo-industriale di San Leucio, alla costruzione della prima nave a vapore del Mediterraneo e alla Ferrovia Napoli-Portici, la prima nella penisola italiana.
In campo scientifico furono fondate Istituzioni di avanguardia quali il Museo Mineralogico, l’Orto Botanico, l’Osservatorio Vesuviano e l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte. L’Università fu dotata di importanti attrezzature. Nel 1872 fu fondata la Stazione Zoologica Anton Dohrn.
“La tradizione scientifica napoletana è tuttora fortemente presente in varie Scuole con collezioni di strumenti scientifici di eccezionale ricchezza, come lascito di quei tempi giunto a esse attraverso varie strade e arricchito in anni post-unitari” – dice la professoressa Gioia Molisso, coordinatrice del Progetto NEMO. E continua – “Come nel mio Liceo Vittorio Emanuele II, in diverse Scuole sono nati musei di notevolissimo interesse, grazie a forte motivazione e tanto lavoro per iniziativa generalmente individuale”.
Sono musei generalmente piccoli, ma già dal loro nascere con il coinvolgimento di docenti e studenti essi hanno la caratteristica distintiva e preziosa di essere allo stesso tempo “musei da visitare” e “musei laboratorio didattico”, ove con tutta la loro irripetibile bellezza e perfezione artigianale gli antichi strumenti continuano a vivere nell’insegnare ed educare.
“Quello che è stato fatto con tanta dedizione è assolutamente rimarchevole, ma la vastità del patrimonio di strumenti scientifici e lo stato di precarietà in cui purtroppo molti di essi sono tali da richiedere un deciso cambiamento nel modo di affrontare il compito di garantirne pienamente il recupero e la fruizione” – dichiara Paolo Strolin, professore emerito all’Università di Napoli “Federico II” e presidente dell’Associazione Scienza e Scuola – “E così è stato concepito e ha trovato terreno per svilupparsi il Progetto NEMO, che sta portando a un deciso allungamento di passo”.
Il Progetto NEMO è nato dall’unione di forze ed è sostanzialmente basato su una doppia federazione. Un gruppo di sei Scuole si è costituito in Rete e, inoltre, si è stabilita una stretta collaborazione con l’Associazione Scienza e Scuola, allargando la sinergia all’ambiente scientifico in essa attivo assieme a docenti nella Scuola.
Le Scuole collegate in Rete sono: Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” (Scuola capofila), Istituto Tecnico Statale “G.B. Della Porta”, Liceo Ginnasio Statale “G.B. Vico”, ISIS “Elena di Savoia”, Liceo Statale “Pasquale Villari” e ITIS “Alessandro Volta”.
L’Associazione Scienza e Scuola riunisce docenti e scienziati per la realizzazione di una varietà di progetti didattici, in collaborazione con le maggiori Istituzioni scientifiche napoletane.
Per la realizzazione del Progetto NEMO è stato siglato un Protocollo di Intesa che include il Dipartimento di Fisica dell’Università di Napoli “Federico II” e il Comune di Napoli.
Il Progetto NEMO è sostenuto dall’Istituto Banco di Napoli Fondazione.
“La Mostra alla Biblioteca Nazionale – conclude la professoressa Molisso – indica che sono stati fatti i primi passi per realizzazione del Progetto NEMO. L’unione di forze da ambienti scolastici e scientifici accresce l’efficacia del nostro lavoro e il nostro entusiasmo. Siamo grati a tutti quelli che supportano il Progetto, avendo capito che la sua importanza lo oltrepassa e contribuisce a un generale recupero dell’orgoglio napoletano.”
Così, il Progetto continua per raggiungere i seguenti ambiziosi obiettivi:
- Recuperare, documentare e inventariare l’intero patrimonio di strumenti scientifici ancora esistente nelle Scuole.
- Potenziare i musei nelle singole Scuole e crearne ove ancora non sono esistono.
- Creare un Museo Virtuale con un catalogo che fornisca tutta la documentazione e la renda fruibile da chiunque e da ovunque.