Il predetto è soggetto di elevatissimo spessore criminale, maturato nel corso degli anni, a partire dagli anni ’80 e perdurante in considerazione della sua storica adesione al clan camorristico denominato Gionta rivestendo dapprima un ruolo di scorta armata e mero guardaspalle e poi, quello di efferato esecutore di omicidi per conto del clan.
Il suddetto clan, rappresenta storicamente una forte e salda presenza malavitosa nell’area di Torre Annunziata e zone limitrofe i cui interessi criminali spaziano in varie attività illecite quali l’organizzazione del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, il controllo degli appalti pubblici e della gestione della cosa pubblica, le estorsioni ed altro, tutt’ora molto attive nonostante i vari provvedimenti giudiziari che hanno colpito i suoi originari capi.
Agnello Alfonso annovera plurime condanne passate in giudicato comminategli dalla A.G. per associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, rapina, estorsione, evasione ed altro; destinatario in passato della misura di prevenzione 2 della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza ai sensi della normativa antimafia, ancora attualmente in corso, e per la quale residua ancora da espiare un significativo periodo all’atto dell’eventuale futura scarcerazione, poiché risulta detenuto ininterrottamente dall’anno 2007.
E’ ristretto attualmente nella casa di reclusione di Opera (MI) in regime di art. 41 bis, ove sta espiando la pena della reclusione ad anni 17 e mesi 4 ( scadenza pena 27.09.2024) in relazione alla sentenza definitiva di condanna per i reati di associazione di stampo mafioso, omicidio tentato in concorso e detenzione illegale di armi e munizioni in concorso. Nei suoi confronti, a seguito di giudizio abbreviato, risulta emessa in data 13.11.2012 dal G.U.P. del Tribunale di Napoli sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo, per essersi reso responsabile dei reati di cui agli artt. 575-577 c.p.- art. 7 L.203/91- artt. 10-14 L.497/74, confermata in appello dalla Corte di Appello di Napoli il 04.07.2014, con ricorso che attualmente pende in Corte di Cassazione.
Il citato decreto di sequestro di beni del Tribunale di Napoli, emesso in accoglimento di articolata proposta del Questore di Napoli, formulata a seguito di complessa e prolungata attività investigativa svolta dalla Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali,
ha disposto il sequestro dei seguenti beni immobili, risultati nella disponibilità dell’Agnello Alfonso e di suoi congiunti; beni sottoposti a sequestro in ragione dell’accertata sperequazione tra ricchezza accumulata ed entità di redditi dichiarati dagli intestatari: -Appartamento di 3,5 vani ubicato in Torre Annunziata (NA) alla via Agricoltori nr. 75 – adiacente “Palazzo Fienga” nota roccaforte del clan Gionta -. -Due terreni adiacenti, della consistenza complessiva di 10 are, ubicati in Roma alla via Casale delle Pantanelle ( zona Aurelio), sui quali è stata edificata villa a più livelli. Il valore complessivo dei beni posti sotto sequestro ammonta a circa 850 mila euro