Il Gazzettino vesuviano | IGV

Esplode a Napoli la rabbia di studenti e insegnanti contro la “Buona Scuola”

Manifestazione istituto alberghiero

Esplode a Napoli la rabbia di studenti e insegnanti contro la “Buona Scuola” e contro il governo Renzi. In mattinata l’istituto statale alberghiero sito in Piazza Bagnoli ha manifestato il proprio dissenso occupando lo spazio antistante la scuola e creando non pochi problemi alla circolazione. “La buona scuola non è la nostra” – “ Renzi vattene a casa”: questi i cori innalzati da giovanissimi pronti a manifestare in difesa del proprio diritto all’istruzione e all’ingresso nel mondo del lavoro.

Era nell’aria: non si può perdere disastrosamente un conflitto mondiale come è accaduto al nostro Paese e riprendersi in tempi ristrettissimi senza pagare “un prezzo”, senza dare il via ad una politica clientelare e becera improntata sul tutelare progressivamente “chi ha” abbandonando a se stesso “chi non ha”, senza in sintesi “vendere l’anima al diavolo”.

Basti pensare alla quantità di cattivi politici ancora a “piede libero” e a quelli deceduti “regolarmente nel proprio letto” senza subire alcuna azione giudiziaria di rilievo per comprendere come a comandare in Italia sia da sempre il più forte. Massoneria, servizi deviati, associazioni underground di “illuminati” : tutti anelli di una catena invisibile che tiene l’italiano onesto legato al palo dell’impossibilità di “fare”, di costruire un domani migliore per i propri figli.

La rabbia degli studenti napoletani è solo la punta di un iceberg che rischia di travolgere violentemente l’Italia. Cifre esose per i libri di testo, strutture scolastiche fatiscenti , mancanza di occasioni d’ingresso nel ciclo produttivo : ovviamente tematiche che riguardano solo le persone “normali” e che annoiano i potenti. Potenti che potrebbero aver fatto male i conti però con il sacrosanto risentimento di buona parte degli italiani. Ci auguriamo di non rivivere periodi di contestazione violenta dove le rivendicazioni sociali della classe operaia ( e non solo) si affermavano in modo scellerato e violento a suon di morti ammazzati.

Alfonso Maria Liguori

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