Napoli, commercio al Vomero: una crisi dalle molteplici sfaccettature

Vomero via Scarlatti isola pedonaleGennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, da tempo attento ai problemi del quartiere collinare, mette in guardia da analisi superficiali e parziali del problema del terziario commerciale nel quartiere collinare della Città, il primo per numeri di esercizi a Napoli.

“E’ troppo semplicistico addossare la crisi, che comunque è iniziata da oltre due lustri, oltre che naturalmente alla difficile congiuntura finanziaria, che riguarda l’intero paese, all’aumento dei fitti per i locali commerciali – esordisce Capodanno -. Certo, in special modo nelle strade dove sono state create le isole pedonali, è stato fatto un bel regalo ai proprietari degli immobili adibiti ad attività commerciali che, alla scadenza del contratto, richiedono ai conduttori cifre da capogiro. Ma il problema non è solo questo, visto che la durata dei contratti è fissata dalla legge in sei anni ai quali si aggiungono altri sei di rinnovo per un totale di 12 anni “.

“ Se un esercizio commerciale, come succede sovente, chiude dopo meno di sei anni dalla stipula del contratto di locazione, durata minima prevista appunto dalla norma , ciò potrebbe anche portare a pensare che non ci sia stato l’intervento del proprietario dei locali in questa decisione – precisa Capodanno -. Infatti, a meno di provvedimenti dell’autorità preposta ( ritiro della licenza, provvedimento giudiziario o altro ) una tale situazione potrebbe far ritenere che abbia trovato applicazione l’art. 36 della legge n. 392 del 27 luglio 1978, laddove è previsto che il conduttore possa sublocare o cedere il contratto di locazione, purché venga insieme ceduta o locata l’azienda, dandone comunicazione al locatore mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Il locatore solo per “gravi motivi”, ed entro trenta giorni dal ricevimento, può opporsi alla cessione, altrimenti deve accettare il nuovo inquilino col vecchio contratto “.

“ Dunque – prosegue Capodanno – il vero affare in diversi casi lo potrebbero fare i conduttori degli esercizi commerciali in questione, i quali, per cedere l’ “attività” che, sovente è diversa da quella che si andrà a svolgere, ma ciò non inficia il ragionamento visto che l’obiettivo è quello innanzitutto di subentrare nel contratto di locazione al precedente affittuario, intascherebbero le cosiddette “cediture o buonuscite,” cifre queste sì da capogiro, a diversi zero di euro, che farebbero parte di un accordo tra le parti non necessariamente soggetto a scrittura pubblica, con conseguenze immaginabili. Cifre delle quali sente parlare nel quartiere come se si trattasse di una sorta di vincita al lotto. E qui bisognerebbe cominciare a domandarsi da dove proviene questo fiume di danaro, visto che si è anche vociferato che l’area del Vomero sarebbe diventata una lavanderia del denaro sporco, derivante da attività illecite “.

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