Sorrento / Castellammare: violazione diritti d’autore, 46 avvisi di garanzia

gdf regno pulito

I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, al termine di una complessa attività di polizia giudiziaria, hanno notificato, su disposizione della Procura della Repubblica di  Torre Annunziata, 46 avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti titolari di prestigiose strutture ricettive ed alberghiere della penisola sorrentina e della zona di Castellammare di Stabia, indagati a piede libero per aver violato la legge sui diritti d’autore (l. n. 633/1941), che prevede una pena da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da 2.500 a 15.000 euro.

In particolare, le indagini della Tenenza di Massa Lubrense hanno consentito di scoprire che, in numerosissimi complessi alberghieri di Castellammare di Stabia, Gragnano, Sant’Antonio Abate, Pimonte, Agerola, Lettere, Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Massa Lubrense, sono stati festeggiate centinaia di cerimonie (battesimi, comunioni, matrimoni) oppure organizzati eventi musicali (concerti – serate danzanti) senza che i titolari delle strutture controllassero che fosse stato richiesto e/o rilasciato il “permessino S.I.A.E.” e quindi assolto il “diritto d’autore” come prevede la relativa normativa. Al fine di acquisire prove certe dei reati, in alcuni casi i finanzieri si sono “infiltrati” nei predetti eventi confondendosi tra gli invitati, oppure fingendo di organizzare una cerimonia.

L’attività odierna conclude l’operazione denominata “Regno Pulito”, che aveva già portato all’esecuzione, nell’agosto del 2012, di oltre 70 perquisizioni nei confronti degli uffici della circoscrizione mandataria della S.I.A.E. di Castellammare di Stabia e Sorrento, nonché di note discoteche, prestigiosi alberghi e ristoranti ed aveva consentito, nel maggio del 2013, di eseguire 4 misure cautelari nei confronti di alcuni accertatori appartenenti alla S.I.A.E. per corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica e rilevazione del segreto d’ufficio perché non versavano nelle casse dell’ente le tariffe pagate per il rilascio del “permesso”.

Lo scorso aprile, sempre i militari della Tenenza di Massa Lubrense hanno eseguito un decreto di sequestro “per sproporzione” aggredendo patrimoni illecitamente accumulati da 2 accertatori S.I.A.E. per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro e notificato i primi b9 avvisi di conclusione per i 4 accertatori e per altri 5 soggetti coinvolti nella vicenda penale, tutti indagati per corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e rilevazione del segreto d’ufficio.

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