C’era una volta un popolo che amava una bandiera…Si, quel popolo sta tornando, oggi l’ho visto. Tante bandiere come ai vecchi tempi e tanti altri ultras insieme a cantare.
Ma benedetti ragazzi, ancora sporchi del fango spalato a Benevento, hanno incessantemente gridato, cantato e tambureggiato per tutta la gara ed anche di più.
Sì, oggi s’è cominciato a vedere qualcosa di diverso, una squadra, sicura nei movimenti, convinta della propria forza e contemporaneamente umile nell’affrontare la gara. Umile e decisa, forte e con meccanismi che cominciano a dare buoni frutti. La Sibilla Soccer, ha fatto onore al proprio nome, forse si sarà pure espressa, ma il suo gioco è stato quasi “sibillino”, vedasi il fatto che l’unico tiro nello specchio della porta di Salineri è arrivato al 93’ ed era anche viziato dal fuori gioco.
Ma i meriti ed i demeriti dipendono anche dalla squadra avversaria ed oggi il Savoia ha giocato mostrando meccanismi di gioco ben oliati e che ci sono ancora margini di miglioramento. Ma il campionato è appena agli inizi, esaltarsi non conviene ed il gruppo l’ha capito. Anche se in Eccellenza, questo insieme di calciatori sta dimostrando di essere un vero gruppo di uomini, prima che calciatori. Di ciò va reso merito al mister, sta creando un bel giocattolo che può dare ottimi risultati. Teore Grimaldi, da oggetto misterioso, anche se preceduto dai trionfi ottenuti con i neri della Frattese, sta giocandosi tutto in una piazza calda ed appassionata come quella di Torre Annunziata.
La partita? beh è presto detto, il solito Tommaso Manzo, ha scombussolato la difesa azzurra, con un goal al primo tempo ed un altro nel secondo, l’ultimo sigillo l’ha messo Viglietti ed è stato subito 3 a 0.
Non voglio esaltare più di tanto la squadra vista oggi, ma in verità, moti sono stati, quelli che hanno giocato alla grande e ciò fa ben sperare, ma calma e sangue freddo, ci vuole ancora tempo per sciogliere i peana, il Savoia è una squadra designata e disegnata per la vittoria finale, ma nessuno regala niente. Umiltà e gruppo fanno sognare, ma stiamo calmi. Il solito alè, bisogna farlo, e si spera che lo si faccia sempre, specialmente all’ultima partita.
Ernesto Limito