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Anfiteatro di Nola: “Riprendere le opere di scavo”

anfiteatro-nola-sommersoNel ringraziare l’onorevole Massimiliano Manfredi, primo firmatario dell’interrogazione parlamentare a risposta scritta destinata al ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (co-firmatarie le onorevoli Irene Manzi e Camilla Sgambato), Gennaro Barbato, studioso di archeologia del Comitato Civico di Ottaviano, da sempre vigile sulle questioni storico-archeologiche dell’area nolana-vesuviana, dopo aver nei giorni scorsi sollecitato l’attenzione del deputato del Pd ci tiene a ringraziarlo per la prontezza nel presentare l’interrogazione ma ribadisce l’importanza di altri interventi da porre in essere quanto prima per creare quel circuito culturale-turistico di cui tanto si parla e che costituirebbe un’occasione unica di sviluppo per il territorio.

Barbato rivolge il suo appello direttamente a Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, chiedendogli di riprendere le opere di scavo. Inoltre, considerato che il Ministro si reca spessissimo in visita a Pompei – quando il nolano-vesuviano meriterebbe maggiore attenzione per le sue situazioni contingenti – Barbato invita Franceschini a visitare di persona, oltre al magnifico Anfiteatro Laterizio di Nola, Ottaviano, la terra degli Ottavii, nella Valle dell’Inferno, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, il teatro ellenistico di Sarno, il villaggio preistorico di Longola, le ville romane di Terzigno, l’acquedotto romano nel tratto San Gennaro Vesuviano-Palma Campania e l’area a Piazzolla di Nola dove è ubicata la villa in cui è morto l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto.

Nell’interrogazione presentata dall’on. Manfredi si chiede al ministro Franceschini di attivare in tempi rapidi tutte le misure necessarie a risolvere l’ingarbugliata situazione che sta portando alla depauperazione, a causa di una falda che lo sta sommergendo, dell’Anfiteatro di Nola, opera del I sec. dal valore inestimabile: si ricorda che Nola, nell’antichità, rivestì un’importanza maggiore rispetto a Pompei ed è dunque ricchissima sotto il profilo dei resti archeologici. Al contempo le cosiddette “aree periferiche” dell’ager Pompeianus, con le sue ville rustiche, versano in condizioni di assoluta criticità. Occorre dunque un progetto integrato, una visione a più ampio raggio che permetta di creare un indotto turistico-occupazionale in zone che hanno molto da offrire anche sotto il profilo geologico e naturalistico: stupisce, pertanto, l’apparente disinteresse nei confronti dei vari, tantissimi, appelli rivolti per la salvaguardia e la valorizzazione di un patrimonio unico al mondo, sperando che quanto prima ci sia una risposta dalle più alte cariche preposte alla tutela.

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