Questo pomeriggio, al Comune di Torre Annunziata, si è svolta la presentazione della mostra archeologica su Oplontis che si terrà dal 30 novembre fino al 31 gennaio, proprio a Palazzo Criscuolo.
Un’occasione importante per tutta la città oplontina che potrà sfruttare questo evento per rilanciare il turismo, puntando tutto sul patrimonio artistico che possiede questo territorio. Un’idea che è stata partorita circa un anno fa, quando si incontrarono per la prima volta il primo cittadino Giosuè Starita e l’assessore alla cultura Antonio Irlando con il soprintendente di Pompei Massimo Osanna, anche lui oggi presente, che rimase stupito della bellezza della città. Finalmente, dopo molti mesi di organizzazione e, purtroppo, qualche problema burocratico, ora è tutto pronto.
“Dobbiamo sfruttare quello che è il patrimonio della nostra città. Bisogna puntare a raggiungere la stessa fama di Pompei perchè anche a Torre Annunziata c’è cultura. Bisogna ringraziare, ovviamente, il soprintendente Massimo Osanna che ci ha aiutato nei preparativi considerato il suo amore per i nostri siti archeologici. Abbiamo esteso l’invito alle scuole oplontine, con le quali stiamo organizzando varie iniziative, e con le associazioni del territorio. Deve essere un’occasione di rilancio”. Così l’assessore Antonio Irlando.
“Sono felice di essere qui – afferma il soprintendente Osanna – perchè ho visto nelle persone molta voglia e molto interesse per la loro città. Per la Provincia di Napoli, i siti archeologici sono una vera e propria risorsa che per molto tempo è rimasta inespressa ma sono soddisfatto di aver trovato terreno fertile qui a Torre. Abbiamo tante iniziative per questa città che verranno messe in atto tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo come, per esempio, la creazione di un nuovo sistema di illuminazione e una nuova biglietteria. Non dobbiamo dimenticare, che qui a Torre Annunziata, c’è una villa che, considerata la sua grandezza e la sua ricchezza artistica, non poteva non appartenere ad una persona importante come Poppea. La villa può essere considerata proprio “a picco sul mare” perchè affacciava, appunto, con i suoi ben tre terrazzi, sullo spettacolare mare oplontino con una vista meravigliosa. Dobbiamo rilanciare questa città e questo sito archeologico, questo è il nostro obbiettivo, perché se cresce Oplontis crescerà anche l’intero comprensorio archeologico vesuviano che è sotto la tutela dell’Unesco”.
Nel corso dell’incontro, a cui hanno preso parte anche la sezione oplontina “Mario Prosperi” dell’Archeoclub, rappresentata dalla presidente Mirella Azzurro, ed il Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno” guidato da Vincenzo Marasco, ed i dirigenti degli Istituti scolastici oplontini, è stata annunciata, da Osanna e da Irlando, una importante novità: nell’ambito della mostra, saranno anche esposte le immagini e le ricostruzioni virtuali dei reperti recentemente rinvenuti grazie agli scavi in corso nella zona “fronte” della Villa A, quella che affacciava sul golfo. Saranno visitabili in una apposita sezione della mostra, dal titolo “A picco sul mare”.
La mostra a Palazzo Criscuolo non sarà solo una vetrina per i famosi Ori rinvenuti nella Villa B, quella attribuita a Lucius Crassius Tertius, che era una sorta di emporio dell’epoca. “Saranno esposte le pitture in II Stile, uniche nel loro genere ed esempio artistico in tutta l’antica Roma e nel mondo. Ci saranno poi gli arredi della Villa, le sculture marmoree che adornavano l’imponente piscina”.
Oltre al sindaco Starita, all’assessore Irlando, e al soprintendente Osanna, era presente anche il professore di sociologia dell’Università Federico II di Napoli, massimo esperto di comunicazione, Derrick de Kerckhove il quale ha speso parole importanti per la popolazione torrese: “Bisogna che le persone si sentano appartenenti a questa città, perchè ci sono troppe potenzialità che per anni non sono state sfruttate: penso, infatti, alla spiaggia lunga 9 km troppo spesso dimenticata.
Bisogna coinvolgere la cittadinanza in questo progetto, cercando di creare interesse sui mezzi tecnologici che oggi sono ampiamente utilizzati da tutti. Importante sarebbe la creazione di un app o di un sito web dedicato agli scavi. Non può essere tutto abbandonato, è un peccato”. Rivolgendosi poi al sindaco, il professor de Kerckhove ha proposto una modifica nel nome della città: “Perchè non cambiare il nome da Torre Annunziata in Oplontis? Come succede anche a Pompei o Ercolano. Sarebbe un ottimo brand per la città, che potrebbe incrementare il turismo”.
Ultimo a prendere la parola, è stato il sindaco Giosuè Starita: “Voglio ancora ringraziare i presenti per l’impegno con il quale hanno e stanno lavorando per la nostra città. Per troppo tempo a Torre, la camorra ha frenato lo sviluppo delle idee, influenzato troppe coscienze e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Però le cose stanno cambiando e lo sgombro di Palazzo Fienga ne è la prova più eclatante.
Stiamo lavorando tanto e siamo soddisfatti dei risultati raggiunti ma, adesso, ci vuole l’aiuto della cittadinanza. Non è infatti possibile che davanti agli scavi ci siano ancora dei rifiuti lasciati di proposito: ci vuole un forte senso di responsabilità. In merito a questo, ci sarà maggiore sicurezza nelle zone limitrofi al sito archeologico cosi da evitare queste spiacevoli situazioni. Questa mostra è importante per tutti, non bisogna perdere questa occasione”.
Le premesse sono ottime, e, si spera, che a confermare la bontà del progetto ci siano i numeri statistici. L’obbiettivo, però, non è quello di fermarsi alla fine della mostra ma di continuare, magari istituendo un museo, una sede permanente nel quale mostrare quotidianamente i tantissimi tesori del nostro sito archeologico”,
Un’occasione importante per Torre Annunziata che appena la settimana scorsa è stata inserita con i suoi ritrovamenti archeologici, al quinto posto, nei dieci siti mondiali da non perdere secondo il quotidiano inglese Daily Telegraph e che oggi si candida, dopo anni di silenzi, a un ruolo importante in ambito archeologico, culturale e turistico.
Gennaro Esposito