A tagliare il nastro è stato Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, l’associazione che da oltre vent’anni si impegna per favorire il riutilizzo sociale dei beni confiscati, insieme al prefetto di Avellino, Carlo Sessa, e ai rappresentanti delle istituzioni provinciali e regionali. Presente anche il presidente della commissione antimafia Rosy Bindi.
Grazie al contributo della Fondazione con il Sud, la cooperativa sociale Oasiproject ha trasformato la villa bunker, una volta appartenuta al Clan Graziano, in un laboratorio di maglieria artigianale. È uno dei rari casi in cui un’immobile confiscato diventa un vero e proprio sito industriale.
Questo progetto, realizzato insieme al Comune di Quindici, Libera, Diocesi di Nola, Energia Sociale e sostenuto da Banca Etica, non vuole essere solo un’iniziativa simbolica. In questa fase storica in cui la criminalità organizzata nel Vallo di Lauro prova a ristabilire la sua egemonia con attentati e intimidazioni, il Maglificio rappresenta, invece, un’opportunità vera di riscatto e di sviluppo per l’intero territorio anche in termini lavorativi. Sono già sette le persone assunte, selezionate attraverso un avviso pubblico, che andranno a realizzare maglieria tecnica per le forze dell’ordine.