La mostra “Gli strumenti scientifici dai Borbone all’Epoca post-unitaria – La Fisica nelle Scuole napoletane dell’Ottocento” – esposizione che si è tenuta fino a ieri presso la Sala Diversità della Biblioteca Nazionale di Napoli Palazzo Reale – ha registrato un grande successo di pubblico con circa duemila visitatori tra studiosi, turisti e scolaresche. Particolarmente apprezzato è stato il contributo degli studenti delle Scuole coinvolte, che hanno illustrato gli strumenti esposti con competenza ed entusiasmo.
La Scienza dell’Ottocento, che ebbe a Napoli una personalità di spicco come Macedonio Melloni, continuò la costruzione di basi per la Scienza moderna e ha lasciato nelle Scuole napoletane un vasto e prezioso patrimonio di strumenti scientifici. Parte di un tal patrimonio resta valido per la didattica nel campo delle scienze sperimentali ed è quindi anche espressione di continuità storica nella didattica. Alla presentazione della mostra si è discusso della salvaguardia e della valorizzazione di questa importante e tuttora viva eredità culturale, che ci è stata consegnata da grandi scienziati e artigiani del passato.
Con lo scopo di tutelare questo patrimonio di valore inestimabile, ma anche di renderlo fruibile a tutti, il Progetto NEMO sta procedendo ad una completa catalogazione ove a ogni strumento è associata un’accurata ed esauriente scheda informativa a cura dei docenti delle Scuole. Il catalogo con gli strumenti in mostra e numerosi altri – continuamente aggiornato seguendo l’avanzamento del progetto – è visibile online su www.progettonemo.it.
Una Rete di sei Scuole napoletane e l’Associazione Scienza e Scuola hanno ricoperto un ruolo di primo piano nel Progetto, che ha visto cooperare il Comune di Napoli, il Dipartimento di Fisica dell’Università “Federico II” e la Sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con il sostegno dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione.
“Il forte impulso di NEMO viene dalla novità delle sinergie generate tra gli ambienti scolastici e scientifici presenti nel progetto e dal supporto di Enti e Istituzioni da esse favorito” – dice Paolo Strolin, professore emerito alla “Federico II” e presidente dell’Associazione Scienza e Scuola e continua “Oltre a contribuire a salvaguardare e render fruibile uno straordinario patrimonio, insieme abbiamo lanciato un chiaro messaggio agli studenti, e uno stimolo a guardare al futuro valorizzando il passato”. “Il coinvolgimento degli studenti nella preparazione della mostra e il loro impegno nel fornire spiegazioni a qualche migliaio di visitatori in pochi giorni sono stati elementi importantissimi anche per una loro presa di coscienza dell’attualità della Scienza classica come base formativa per quella moderna e per rafforzare spirito e orgoglio di comunità”, aggiunge la professoressa Gioia Molisso, coordinatrice del Progetto NEMO.
Alla presentazione e conferenza stampa nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale sono intervenuti anche Annamaria Palmieri, assessore alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli, Vera Valitutto, direttrice della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, Valentina Bia, dirigente scolastico del Liceo Ginnasio “Vittorio Emanuele II” e Francesco Di Vaio, presidente dell’Associazione Scuole Storiche Napoletane. Paolo Gasparini, professore emerito all’Università di Napoli “Federico II” ha aperto la discussione scientifica presentando un quadro complessivo ed esponendo riflessioni sulla Scienza e sulla Tecnologia a Napoli nel Settecento e nell’Ottocento. Per sottolineare sulla base di argomenti scientifici la proiezione del passato nel futuro, Paolo Strolin si è soffermato sull’importanza delle Simmetrie, “onnipresenti in Natura e Scienza, esempio di innata continuità culturale e scientifica da tempi remoti e, nella visione aperta da Albert Einstein nel 1915 con la Teoria della Relatività Generale, radice profonda delle leggi fisiche”. “Oggi – ha continuato aprendo uno stimolante interrogativo – esse regolano nel profondo l’essere delle particelle elementari e le loro interazioni. Saranno in futuro la base di una teoria quantistica del Tutto che includa la Gravitazione e descriva i primi istanti dell’Universo?“.
Valentina Bia, dirigente del Liceo Ginnasio “Vittorio Emanuele II”, sottolinea l’alto valore del Progetto NEMO che “intende valorizzare e far scoprire gli strumenti e i musei scientifici presenti nelle scuole storiche napoletane – creando una rete museale disponibile sul Web.” Questa opinione è condivisa dai dirigenti scolatici degli altri cinque istituti napoletani della Rete: ITG “Della Porta – Porzio”, Liceo Statale “G.B. Vico”, ISIS “Elena di Savoia”, Liceo Statale “Pasquale Villari” e ITIS “Alessandro Volta”. Si è inoltre costatata la tendenza a un allargamento di interessi.
Sulla stessa linea di pensiero, Annamaria Palmieri, assessore alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli: “Il Comune di Napoli, in Protocollo di Intesa con gli attori del Progetto NEMO – ha subito compreso l’importanza dell’iniziativa che è l’espressione di una Rete reale, che funziona e che, oltretutto, supera le barriere delle diversità scolastiche. Una tale iniziativa è stata realizzata in pochissime altre città”.
Per l’Associazione Scienza e Scuola il 2015 è un anno intenso di attività. Oltre al contributo a NEMO e al suo stabile impegno per la diffusione della fisica moderna nelle Scuole, tra le sue varie iniziative l’Associazione ha generato l’evento “Tavola Aperta” a Palazzo Reale, che ha visto il Nobel Antony Leggett colloquiare con una platea di centinaia di studenti sul futuro “Calcolo Quantistico”, e con il “Ponte col Giappone” ha portato per il quarto anno gruppi di studenti campani a riscuotere nuovi successi con la presentazione di loro ricerche al Forum Internazionale di Shizuoka su Energia, Ambiente e Biodiversità.