Questione di ore, infatti, e la pubblicazione di un importante decreto del Ministero della Giustizia darà una risposta anche se parziale ai 2500 tirocinanti/precari del comparto sparsi su tutto il territorio nazionale. Sarà determinata, con tale atto, la distribuzione dei 1500 posti annunciati (saranno, quindi, mille gli esclusi), su scala distrettuale.
Ed in Campania solo 100 posti totali sui 1500 nazionali sarebbero destinati ai distretti di corte d’appello di Napoli e di Salerno, da inserire nel nuovo piano di avvio del cosiddetto Ufficio del Processo, annunciato dal Ministro Orlando per abbattere l’arretrato.
Tale ulteriore periodo di formazione che prevede un rimborso spese di poche centinaia di euro, rende impraticabile qualsiasi ipotesi di spostamento dei tirocinanti campani in altre regioni, soprattutto del Nord, dove ci sarebbe maggiore spazio.
In Campania, quindi, rischiano, se non cambiano i numeri, circa 200 tirocinanti, tutti laureati e provenienti dal mondo delle Universitá, con le quali hanno sostenuto anche un apposito concorso pubblico per poter accedere a tale specifica formazione.
“Con i numeri che stanno circolando – afferma Antonio Cavallaro, dei Precari della Giustizia Campania – avremo che nonostante le carenze, il notevole flusso di arretrato, le numerose sollecitazioni dei presidenti di corti d’appello campane, si disperderanno oltre duecento unitá di soggetti per i quali lo Stato, negli anni, ha investito in formazione soldi pubblici che non possono essere, cosí facilmente, sperperati. Siamo delusi ed arrabbiati dal Governo, dal Ministero della Giustizia e dalla politica, anche locale, in particolare, ci fanno male le tante promesse fatteci e poi non mantenute. Lanciamo un appello disperato al Ministro Orlando ed anche al Presidente della Regione Campania, affinchè non escludano dal comparto giustizia soggetti con età media molto bassa ed in possesso di elevati titoli di studio”.
E nelle ultime ore, non è mancata anche la forte reazione della Cgil che, in una nota, ha denunciato forti penalizzazioni scaturenti dalla distribuzioni dei posti prevista dal decreto, ormai in dirittura d’arrivo, e ha invocato l’apertura urgente di un tavolo di confronto con il Ministero della Giustizia.