L’intervento della Polizia di Stato ha consentito di arrestare un cittadino albanese ed una cittadina ucraina, mettendo in luce una triste storia di prostituzione ai danni di due giovanissime ucraine che, convinte ad abbandonare il loro paese, con l’illusione di un’attività lavorativa remunerativa, sono state condotte in Italia per prostituirsi.
Un’amicizia nata attraverso un social network 6 mesi fa, è divenuto un incubo per due giovanissime ucraine di 19 e 22 anni.
La 22enne, infatti, conosce un uomo di nazionalità albanese che le fa credere che viaggia molto in Europa e le offre un’attività lavorativa in Italia nel campo della ristorazione.
La giovane donna, che viveva da sola con la nonna, perché orfana di entrambi i genitori, ne parla con una sua amica 19enne.
Le due, tentate dall’offerta di un lavoro che gli offriva un guadagno di €.1.000, più le mance e gli extra decidono, il 16 ottobre scorso, sotto insistenza dell’uomo che nel frattempo si era recato in Ucraina, di partire alla volta dell’Italia.
La 19enne, benchè avesse un’occupazione lavorativa nel suo paese come parrucchiera, segue l’amica con la speranza di un futuro migliore.
Un viaggio in auto, fatto di brevi tappe per mangiare, durato un giorno intero, con destinazione Roma, secondo quello che diceva Ditran Kukaj, albanese di 36 anni.
Le due giovani donne, giunte in Italia, sono state condotte presso l’abitazione di un’amica del 36enne, Natliya Striyen, 37enne di nazionalità ucraina.
Le due cittadine ucraine, da quella sera del loro arrivo in Italia, capiscono subito che la promessa di un lavoro nel campo della ristorazione, era solo una bugia.
Guardate a vista, sequestrate, malmenate, vengono instradate dalla loro connazionale al mondo della prostituzione, in Via Nazionale delle Puglie, con l’obbligo di avere rapporti sessuali in auto solo con italiani per la somma di €.20,00.
La più giovane delle due, in più, veniva violentata tutti i giorni dal suo aguzzino, anche dopo essersi prostituita.
Tentano una prima volta di fuggire, ma vengono scoperte e minacciate da Kukaj che vantava d’essere ritratto sulla sua pagina Facebook con una pistola.
L’uomo, inoltre, approfittando che la 22 enne era sola nel suo paese, la minacciava di morte, una morte che nessuno avrebbe mai reclamato.
Nella serata del 1° novembre le due ragazze, con la scusa di volere una bevanda calda, chiedono alla 37enne se era possibile andare ad un bar ma questa, pur di farle stare in strada, si offre lei nel raggiungere un bar.
L’occasione è propizia per le due vittime per fuggire. Riescono a nascondersi, raggiungono il Comune di Volla per poi prendere un taxi che le riporta a Napoli. Sul loro sentiero incontrano anche un uomo che offre loro ospitalità e che l’indomani, consiglia loro di recarsi al Consolato Ucraino in Italia.
Nella giornata di ieri, personale del Consolato si è messo in contatto con il Commissariato di Polizia “Poggioreale” per denunciare l’accaduto.
I poliziotti, in sinergia con gli agenti del Commissariato di Polizia “Vasto-Arenaccia” hanno svolto le opportune indagini per far luce sull’intera vicenda.
Gli agenti hanno individuato in località Villa di Briano (CE) sia il covo ove le due giovani erano sequestrate che l’abitazione della loro connazionale.
Nel pomeriggio di ieri i poliziotti, dopo aver circondato l’abitazione del 36enne, hanno fatto irruzione al suo interno.
Inutile il tentativo di fuga dell’uomo attraverso attraverso una finestra, vanificato dagli agenti.
I poliziotti hanno arrestato il 36enne albanese e la 37enne ucraina, perché responsabili dei reati, in concorso tra loro, di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona.
Il cittadino albanese, risponde anche del reato di violenza sessuale e percosse.