La Giunta comunale di Torre Annunziata ha deliberato questa mattina di costituirsi parte civile nel processo contro Carmela Gionta, Annunziata
Caso, Gemma Gionta e Pasqualina Apuzzo, imputate di reati gravissimi riconducibili alle attività del clan camorristico dei Gionta.
Il processo, scaturito dall’attività investigativa dei carabinieri coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, comincerà il prossimo 2 dicembre. Alla sbarra, le donne che in assenza dei capiclan sono accusate di avere un ruolo da protagoniste nelle attività della cosca.
«E’ stata una decisione dovuta e naturale – spiega il sindaco Giosuè Starita – perché è a causa delle loro attività camorristiche che Torre non riesce a scrollarsi di dosso la nefasta immagine di una città in cui la malavita la fa da padrona. Pezzo per pezzo sono state eliminate le loro roccaforti (come il covo di palazzo Fienga, sgomberato), bloccate le loro attività e grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della procura decimati i loro comandanti.
Il cammino è ancora lungo, ma passa anche per atti come questo che abbiamo deciso oggi.
La parte sana di Torre Annunziata, i cittadini perbene, che sono tanti, si sentono danneggiati e umiliati dalla tracotanza e dalla ferocia della camorra che per troppo tempo ha connotato la nostra città. Abbiamo detto basta, e saremo sempre in prima linea e su tutti i fronti per riaffermare che la nostra città è altro, e vuole fare emergere sempre di più la sua identità che con la camorra e i suoi traffici non ha niente a che vedere».