Oggi scadeva il termine entro il quale il sindaco avrebbe dovuto cancellare tale atto, come richiesto dalla diffida partita dalla Prefettura lo scorso 28 ottobre. Il sindaco Luigi de Magistris si era sempre detto contrario a tale cancellazione: probabilmente il Comune di Napoli presenterà ricorso al Tar.
Il prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, ha annullato l’atto di nascita del bimbo con due madri nelle parti non previste dalla legge italiana. Lo rende noto la Prefettura spiegando che ‘non c’è alcuna proroga concessa al sindaco’ contrariamente a quanto era stato fatto sapere da fonti dell’Ufficio Stampa del Comune.
La Prefettura fa sapere che «non c’è alcuna proroga concessa al sindaco perché la cancellazione è stata fatta dal prefetto». Nella comunicazione inviata oggi all’Amministrazione, si affida a de Magistris il compito di «annotare gli estremi dell’atto nel registro di Stato civile del Comune».
Una vicenda che ha inizio quando Daniela Conte, napoletana e madre biologica del bimbo, e Marta Loi, sarda, regolarmente sposate in Spagna dove vivono, si recano presso gli uffici anagrafe iberici per far trascrivere l’atto di nascita del loro bambino nato il 3 agosto con l’inseminazione. Qui vengono a sapere che la Spagna, pur trascrivendo l’atto, non può concedere un documento d’identità al piccolo perché è figlio di un’italiana. Il documento – come hanno spiegato Daniela e Marta – è indispensabile per poter viaggiare, ma soprattutto per poter usufruire dell’assistenza sanitaria.
Le donne si rivolgono al Consolato generale d’Italia che respinge la richiesta. Un rifiuto che non abbatte Daniela e Marta che decidono di rivolgersi al Comune di Napoli per avere la registrazione. In venti giorni, il sindaco de Magistris accoglie la richiesta e procede, il 30 settembre, alla trascrizione con quella che lui stesso ha definito «un’interpretazione originale, ma costituzionalmente orientata». Nell’atto si inserisce il doppio cognome e si indica come ‘padre’ il nome della seconda madre. La Prefettura a questo punto chiede al Comune tutta la documentazione per procedere a «una valutazione» che si conclude con esito negativo, l’invio della diffida e l’annullamento d’ufficio.