E’ scattata questa notte l’operazione “Azimut” che ha portato all’arresto di 19 persone che sarebbero legate al clan dei Casalesi.
Un’operazione per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per gli attuali capi e gregari del clan dei Casalesi, è stata portata a termine dei Carabinieri dei Ros e di Caserta.
Le ipotesi di reato nell’ambito dell’indagine denominata “Azimut” e coordinata dalla Dda di Napoli sono associazione di tipo mafioso finalizzata a commettere una pluralità di reati tra i quali estorsioni, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi.
Tra i reati, in effetti, risulta anche il drammatico sequestro di due bambini così come ricostruito dagli inquirenti. Ad essere sequestrati i figli di Massimo Alfiero, affiliato ai casalesi. A rapirli il cognato di Alfiero che poi minacciò di fare del male ai bambini, parlando con la propria sorella e madre dei due bambini, nel caso in cui il padre dei suoi stessi nipoti si fosse pentito. Questa la ragione che vede attualmente Alfiero detenuto al 41 bis dopo aver scelto di non collaborare.
Per questo episodio, il gip non ha ritenuto di accogliere la richiesta di arresto del pm, le persone indagate sono comunque due. Il sequestro risale al 2010, i Ros ne ebbero notizia nel 2013.
Nel corso dell’operazione, sono stati sequestrati, dai Carabinieri del Ros, terreni e immobili per un valore di 34 milioni di euro. Disposto il sequestro anche di una cava alle falde del monte Petrino, a Mondragone (Caserta), gestita da affiliati ai Casalesi; all’interno della cava in questione erano stati versati rifiuti tossici e amianto.