POMPEI – E così, Pietro Amitrano, candidato sindaco e poi alleato di Uliano al ballottaggio, lasciata la “corte dei miracoli” di Palazzo de Fusco sul finire del mese di settembre scorso, spiega ai suoi concittadini i motivi di una scelta. Un manifesto per difendere quanto fatto, spiegare il perchè delle tante altre cose proposte e mai giunte in consiglio comunale e, seppur presentati con garbo, lanciare duri strali alla “banda Uliano”.
Il professionista pompeiano parla di “palude dell’immobilismo e dell’ipocrisia della classe politica”. Palude in cui, in più occasioni, si sono arenati provvedimenti utili per la città, ma che forse non si confacevano “con le reali intenzioni di chi non ha a cuore il presente e soprattutto il futuro di Pompei e che nel contempo si è preoccupato solo di avvicendare assessori che, probabilmente, non seguivano meri interessi privati”. Accuse gravi, ma che già avevamo sentito da quanti nell’ultimo anno hanno lasciato o sono stati allontanati dalla guida della città. Sempre le stesse parole, sempre le stesse accuse: “immobilismo, ipocrisia ed interessi privati”.
Con le dimissioni di Amitrano si era definitivamente dissolta la giunta delle meraviglie, quell’esecutivo tecnico che avrebbe garantito equidistanza, competenza e concretezza. Tutte cose che avrebbero garantito crescita e benessere per una città unica al mondo.Peccato che il buon Uliano non ne abbia azzeccata una!
La giunta cosiddetta tecnica cominciò a sbriciolarsi ancora in fasce. Pezzo dopo pezzo, dopo pezzo e ancora, e ancora, di assessori il primo cittadino ne ha consumati in quantità industriale. L’unico a resistere, anche se già subentrato in secondo momento è l’attuale vice Uliano, Pietro Orsineri.
L’ultimo teatrino di questa specie di politica che da troppi mesi va avanti a Pompei, è andato in scena il 25 settembre scorso quando il primo cittadino, in piena crisi politica, annunciava l’azzeramento, mai avvenuto del resto, della giunta e gridava forte: “Voglio costruire una giunta di spessore”.
Una giunta di spessore che evidentemente sino ad allora non aveva avuto e che, stando a quanto poi accaduto, ancora non ha oggi, visto che oltre alle dimissioni dell’assessore al Bilancio, poco o nulla è cambiato nella stanza dei bottoni del palazzo di città.
Uliano in poche ore, invece di una giunta di spessore si accontentava di una più o meno pesante, pseudo maggioranza. Incassava la fiducia di uno dei suoi, fino a pochi giorni prima, più acerrimi contestatori e con il voto di Malafronte riportava la bilancia della fiducia, seppur di un niente, in suo favore.
Ma ad Amitrano quella frase – “Voglio costruire una giunta di spessore”- non deve essere proprio andata giù. Forse si è sentito elemento di poco spessore, fatto sta che il giorno dopo lasciò. Oggi spiega quanto accaduto e conferma che il suo impegno per la città di Pompei non si esaurisce con questa esperienza. Conferma anche che sarà pronto per il prossimo futuro.
Tutti pronti allora. Tutti in attesa di iniziare questa campagna elettorale che a fronte dei numeri della maggioranza, dei deficitari risultati raggiunti e dell’umore dei pompeiani, potrebbe presentarsi, in maniera fin troppo preannunciata, con un notevole anticipo sul previsto.
Gennaro Cirillo
Ecco il manifesto di Pietro Amitrano