Il 26 ottobre scorso sono stati presentati i risultati del XXII rapporto Ecosistema Urbano, realizzato da Legambiente con la collaborazione dell’istituto Ambiente Italia e Sole 24 Ore. La ricerca, che ha lo scopo di determinare l’indice di vivibilità per i 104 capoluoghi di provincia italiani, classificandoli in base a 18 indicatori relativi alla performance ambientale, per quest’anno non ha presentato differenze rilevanti rispetto agli ultimi anni, fotografando – come già avviene da tempo – un paese spaccato in due tra nord e sud, con Verbania e Messina agli estremi della classifica, anche se con differenze di punteggi che, in termini assoluti, tendono a ridursi.
Venendo al caso specifico della Campania, si segnala purtroppo una situazione decisamente critica, con Napoli e Caserta nella parte bassa della classifica (rispettivamente al 90° e 91° posto), Salerno al 67°, Benevento al 54°, e Avellino che figura come città più virtuosa a livello regionale, in 29ma posizione.
Sono diversi i parametri che concorrono a definire il piazzamento finale delle città analizzate, come il livello di consumi energetici, la qualità dell’aria, l’efficienza delle rete idrica, produzione e smaltimento dei rifiuti, e alcune variabili legate al tema della mobilità urbana: la ricerca analizza infatti il tasso di motorizzazione, la percentuale di spostamenti effettuati su mezzi a motore privati, l’indice di ciclabilità e l’eventuale presenza di isole pedonali e zone a traffico limitato.
In merito a quest’ultimo aspetto va ricordato che Napoli, pur risultando nello studio citato come il fanalino di coda tra le metropoli del paese, ha compiuto significativi passi negli ultimi anni, optando coraggiosamente per la limitazione del traffico motorizzato in tutto il territorio comunale; ad oggi sono infatti sette le ZTL partenopee in vigore, a cominciare da quella del Centro Antico, che ricomprende entro il suo perimetro il nucleo della città greco-romana, con innegabili benefici per la vivibilità ed il recupero complessivo dell’ambiente urbano. Superfluo dire che la città sia dotata delle ZTL più belle d’Italia.
A trascinare però Napoli in basso nella classifica di Legambiente, pur a fronte di segnali incoraggianti per quanto riguarda l’uso del sistema di trasporto pubblico e la capacità di depurazione dell’acqua, contribuiscono particolarmente la scarsa qualità dell’aria, con percentuali di biossido d’azoto ancora al di sopra dei limiti di guardia fissati dalla legge, la mancanza di aree verdi a disposizione dei cittadini -appena 12,4 i mq pro-capite- e l’annosa questione della gestione dei rifiuti: la raccolta differenziata ad esempio, con una percentuale del 22,2%, penalizza fortemente il capoluogo partenopeo, e costituisce una delle principali sfide da affrontare per recuperare il gap che lo separa dai centri più virtuosi dal punto di vista ambientale.