Monti Lattari: 12 anni di Parco Regionale

parco_regionale_monti_lattari (1)Un compleanno non dovrebbe mai essere triste, eppure questo dodicesimo anniversario del Parco Regionale dei Monti Lattari è decisamente una mesta ricorrenza.

D’altra parte anche gli altri anni la festa non è stata un granché, perché, a ben guardare, questo ente non ha niente di cui andar fiero. Istituito il 13 novembre del 2003, con Decreto dell’allora Presidente della Giunta Regionale della Campania Antonio Bassolino, non ha mai funzionato.

Già in occasione del decimo anniversario chi scrive ha avuto modo di occuparsene, intervistando il presidente del parco Giuseppe Guida, tuttora ancora in carica, e pubblicando l’articolo “Monti Lattari: il parco mai partito compie dieci anni”. Titolo eloquente e, purtroppo, ancora di stretta attualità perché poco o nulla è cambiato da quel racconto di annosa inefficienza.

Le cause di tanta imbarazzante inattività sono ascrivibili, oggi come allora, esclusivamente alla mala-politica interessata a piazzare solo incarichi di nomina partitica, senza mai fornire all’Ente gli strumenti necessari per il suo corretto funzionamento. L’ organigramma del Parco, ad esempio, in questi 12 anni non è mai stato completo.

A fronte di ben tre presidenti di nomina politica: nel 2005 Anna Savarese a cui subentrò nel 2010 Gino Marotta, entrambi di nominati da Bassolino, sostituito nel 2011 dall’attuale Giuseppe Guida, nominato da Stefano Caldoro.

Nessun direttore, figura chiave per il funzionamento del Parco che dovrebbe sovrintendere alla raccolta dei dati scientifici e alla promozione di studi ed iniziative atte a favorire la conoscenza della struttura, accertare eventuali abusi edilizi o modificazioni al territorio, vigilare sulle attività che si svolgono all’interno dello stesso Ente e dovrebbe trasmettere alle competenti Autorità Giudiziarie denunce sulle violazioni di legge o di regolamenti interessanti i Parchi di cui egli venga a conoscenza.

A fronte di una intraprendente Comunità del Parco, costituita da soggetti legati alla politica, i Sindaci dei Comuni del Parco, dai Presidenti della Provincia di Napoli e Salerno, dal Presidente della Giunta Regionale, dai Presidenti delle Comunità Montane, attualmente presieduta da Antonio Giordano sindaco del comune di tramonti.

Nessuna Giunta esecutiva, organo importantissimo che dovrebbe garantire la partecipazione alla gestione dell’Ente oltre che alla politica anche al mondo dell’associazionismo agricolo e ambientale. L’organo, infatti, per legge dovrebbe essere formato da cinque componenti, compreso il presidente, garantendo comunque la rappresentanza di un esponente delle associazioni ambientaliste e di uno delle associazioni professionali agricole maggiormente rappresentative.

A fronte di tanta tracotante politica pochissimi dipendenti, ad oggi il “funzionamento” del Parco è affidato a meno di 5 unità lavorative. Del resto a che servono i dipendenti se la struttura non deve funzionare.

E dire che se solo la politica volesse il Parco potrebbe finalmente mettersi in moto e contribuire fattivamente allo sviluppo di un territorio importantissimo per ricchezza e varietà naturalistica e storico-culturale, ma estremamente fragile e minacciato.

Alla politica spetta ad esempio la nomina del Direttore. il Presidente della Giunta Regionale dovrebbe “semplicemente” scegliere tra i dirigenti della Regione in esubero qualcuno in possesso del diploma di laurea oppure, in carenza, dell’esperienza almeno decennale presso le aree protette. Questo Direttore dovrebbe restare in carica al massimo 5 anni e decadere al termine del mandato del Presidente della Giunta Regionale che lo ha nominato.

Purtroppo l’attuale presidente della Regione Vincenzo De Luca, eletto nel giugno 2015, ha ben pensato di seguire il cattivo esempio dei suoi predecessori decidendo di non decidere. Probabilmente la mancata nomina è da attribuire alla grave incertezza politica che regna in Regione Campania, il presidente De Luca infatti per le note vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto potrebbe presto decadere e le sue scelte risulterebbero vane.

Insomma c’è poco da stare allegri, 12 anni sono tanti e sono passati in fretta, di questo passo e con questa politica è probabile che anche il prossimo anniversario, il tredicesimo, sarà una triste e mesta ricorrenza.

Ferdinando Fontanella

Twitter: @nandofnt

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