Gli agenti della sezione “Volanti” dell’U.P.G., nel corso dei normali servizi di controllo del territorio, vista l’affluenza di persone che s’intratteneva fuori al locale, si sono fermati nei pressi, al fine di scongiurare episodi di microcriminalità.
I poliziotti sono stati avvicinati da un uomo ed una donna e, quest’ultima, in evidente stato di ebbrezza, riferiva d’esser stata derubata, unitamente al compagno, delle valige.
La donna raccontava che lei ed il compagno erano giunti a Napoli in serata, per concludere l’acquisto di un’autovettura e che l’indomani sarebbero dovuti
ripartire per far rientro ad Oristano, loro luogo di residenza.
In serata, avevano conosciuto un uomo che li aveva invitati a bere qualcosa conducendoli in Via Vespucci, per poi allontanarsi con le loro valigie.
Gli agenti chiedendo dei dettagli circa le caratteristiche somatiche del ladro, nonché il tipo di autovettura venivano aggrediti verbalmente dal compagno: Paolo Murtas, pregiudicato 53enne torinese di nascita, ma residente ad Oristano.
L’uomo lamentava che le domande poste dai poliziotti erano inutili, in quanto il loro compito era quello di mettersi alla ricerca delle loro valigie.
Il 53enne, con toni arroganti e minacciosi incalzava ancor di più contro gli agenti, rifiutandosi di fornire i propri documenti identificativi ed esortando gli agenti a condurlo in Questura.
Una volta giunti in Questura, l’uomo si procurava ferite con gesti di autolesionismo minacciando gli agenti, tra l’altro, che si sarebbe fatto medicare in ospedale accusandoli delle lesioni, dichiarando quindi il falso.
Per poter supportare la sua tesi, non esitava, anche all’interno del pronto soccorso, di colpire con calci un poliziotto, tanto da procurargli lesioni guaribili in 10 giorni.
Gli agenti con molta professionalità hanno respinto ogni tentativo di provocazione del 53enne, rimanendo impassibili.
A suffragare le calunnie, le minacce e la violenza, il sistema di videosorveglianza che ha ripreso i comportamenti aggressivi di Murtas.
L’uomo, infatti, è stato arrestato dalla Polizia e condotto al Carcere di Poggioreale, perché responsabile dei reati di calunnia, resistenza, oltraggio e lesioni a P.U., oltre al rifiuto di fornire le proprie generalità, mentre la compagna, E.M., 38enne ungherese, con precedenti specifici, è stata denunciata in stato di libertà.