Le indagini sulla morte di Giuseppe Iorio proseguono. I Carabinieri stanno cercando di stabilire se si sia trattato veramente di suicidio o se bisognerà procedere per omicidio.
Intanto appare chiaro che, in un modo o nell’altro dietro, il tragico evento sia legato al buco da due milioni di euro scoperto nei conti della piccola azienda agroalimentare dei fratelli Iorio in via Palazziello. Forse un peso troppo insostenibile per l’imprenditore vollese, forse un caso di usura nel quale era rimasto imbrigliato Iorio per poter tamponare i debiti, ma che alla lunga lo aveva portato a soffocare del tutto. Un ammanco che, paradossalmente, sarebbe stato provocato non da una mole di affari in calo, ma bensì dai mancati pagamenti ai quali erano venuti meno alcuni clienti.
Già in passato la cittadina vesuviana era stata al centro di inchieste relative all’usura, inchieste che hanno confermato il fenomeno gestito sia dai clan che da organizzazioni non collegate alla malavita organizzata.
Intanto l’ipotesi del suicidio continua a rimanere la più accreditata. Sembra, stando alle tracce lasciate, che l’uomo al momento di prendere fuoco, non fosse ferito o legato tanto da muoversi sino al momento di perdere poi i sensi. Si attendono comunque le risultanze dell’autopsia che di sicuro daranno una serie di significative ed esaustive indicazioni.
Intanto a stringersi intorno alla famiglia di Giuseppe Iorio, ai fratelli Susanna e Luigi, alla moglie ed ai tre figli di 16, 14 e 5 anni, tantissimi amici increduli ed in attesa di capire il perché di un gesto così estremo.
Il fratello minore, Luigi, rientrato dalla Spagna per lavoro, socio nell’attività ortofrutticola, chiede chiarezza. Per l’uomo, Giuseppe si sarebbe ucciso, ma si augura che i responsabili di quanto accaduto, quanti hanno portato l’imprenditore al tragico gesto, rispondano delle loro azioni. Parla di una truffa, una duplice truffa subita che avrebbe portato la ditta sull’orlo del fallimento. Grosse forniture ad un cliente della zona, dice Luigi, con fatture da settembre non più saldate.
Un baratro che avrebbe sconvolto Giuseppe, troppo debole e sensibile che non avrebbe saputo reagire nonostante gli inviti a rimanere ottimisti da parte del fratello minore.
In famiglia, sembra, che avessero paura di un gesto estremo di Giuseppe, tanto da non lasciarlo mai solo, ma l’uomo, venerdì mattina, pur essendo uscito in compagnia del figlio maggiore, con un pretesto era riuscito a restare da solo, a staccare i collegamenti con il mondo ed a mettere in atto quanto, probabilmente già meditava.
I Carabinieri di Torre del Greco, intanto, continuano il loro lavoro. Dopo aver interrogato i familiari stanno investigando sugli ultimi contatti, telefonate ed incontri avuti dall’imprenditore morto venerdì sera.