“Mantenere distinte due realtà che nello spazio di 50 km servono un bacino di utenza unico significherebbe far prevalere logiche localistiche che negli anni non hanno portato buoni risultati in termini di efficienza e competitività. L’accorpamento – spiegano – sarebbe invece il primo passo per razionalizzare e ottimizzare i traffici nei due porti, creando una di quelle auspicate strutture di gestione nella cui direzione va la legge di riforma”.
“Sarebbe infatti possibile – concludono Russo e Prezioso – gestire un bacino di utenza più vasto e definire quella serie di azioni e strategie necessarie per intercettare i nuovi traffici che caratterizzano l’attuale mercato e migliorare le performance di entrambi gli scali. La nuova Autorità portuale potrebbe esprimere un quantitativo di merci e passeggeri movimentati tale da collocarsi nei primi tre posti della classifica italiana”.