Castellammare, crac Multiservizi: eseguito sequestro di beni

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, in esecuzione della delega conferita dalla Corte dei Conti – Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per la Campania diretta dal Procuratore Regionale Cons. Tommaso Cottone, hanno notificato invito a fornire deduzioni a firma del Vice Procuratore Generale Aurelio Laino e del Sostituto Procuratore Generale Chiara Vetro nei confronti degli amministratori pro tempore e del Presidente e i sindaci del collegio sindacale della società Castellammare Multiservizi S.p.A..

Nei confronti degli amministratori, i finanzieri della Compagnia di Castellammare di Stabia hanno anche eseguito un sequestro conservativo di beni per oltre 1,7 milioni di euro, disposto dalla Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania, su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti di Napoli.

La misura patrimoniale è stata emessa a coronamento di una complessa indagine condotta dai finanzieri della Compagnia di Castellammare di Stabia, sotto la direzione della citata Procura Regionale, in relazione al fallimento della Castellammare di Stabia Multiservizi S.p.A., società deputata alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e interamente partecipata dal Comune di Castellammare di Stabia, pertanto a totale capitale pubblico.

La società è già al centro di una complessa indagine di polizia giudiziaria diretta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per i reati di bancarotta fraudolenta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e anche per omesso versamento di tributi, per fatti commessi durante la gestione della società dall’ottobre 2010 a gennaio 2014.

Le Fiamme gialle stabiesi hanno individuato le modalità con cui gli amministratori distraevano a proprio vantaggio il patrimonio societario attraverso una serie di artifizi contabili volti a dissimulare il debito effettivo.

I molteplici profili di illegittimità venivano attuati con l’intento di occultare gli spropositati compensi che gli stessi amministratori percepivano e garantivano ai loro consulenti esterni, nominati anche senza procedura comparativa o formale atto di conferimento e le cui prestazioni, in diversi casi, non trovano riscontro nella documentazione amministrativo contabile della società.

La Procura Regionale ha rilevato profili di danno erariale anche nei confronti dei componenti del collegio sindacale, totalmente inermi di fronte al progressivo e inesorabile aggravamento dello stato di dissesto della società cagionata dalla mala gestio degli amministratori.

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