Il problema è che il “paesano amministratore” ha erroneamente troppo a lungo considerato Ercolano sua riserva di caccia, ovvero feudo dove potersi giostrare liberamente perseguendo i propri interessi. Oggi la città è chiamata ad un cambio generazionale che si lasci alle spalle questioni storiche e rivalità di palazzo: obiettivo difficile da raggiungere ma non impossibile. Continuano a girare in rete i video del buon sindaco Ciro Buonajuto che promuove nuove aree parcheggio in paese distinguendosi per lo charme sfoderato in passaggi televisivi nazionali.
Show must go on, non fa una piega: a patto però che presto si cominciano ad affrontare le reali emergenze comunitarie, che si prenda atto dello stato di abbandono in cui versano intere aree della città (pensiamo tanto per citare alcuni esempi alla zona nord del paese, al Miglio d’Oro già via Doglie con un osceno ponte della circumvesuviana che fa da cornice all’ultima e sequestrata in tempi record nuova caserma dei carabinieri) e soprattutto che si creino occasioni di occupazione “reale” non certamente come quelle prodotte da una quanto meno discutibile gestione del servizio di sosta a pagamento posta in essere dal comune anni addietro.
Le tasse da pagare sono tante e la recessione economica in atto mette a dura prova le attività commerciali della zona: maggioranza e opposizione unite nel promuovere iniziative che non vanifichino gli sforzi di esercenti come Angelo Russolillo capace di pensare concretamente ai meno fortunati tra mille difficoltà gestionali. In sintesi: se amiamo Ercolano spendiamo a Ercolano, salvaguardiamo il territorio, tutelando nel contempo la qualità d’esistenza degli onesti contribuenti ercolanesi.
Alfonso Maria Liguori