Crisi scolastica a Napoli: generazione di studenti in fermento tra contestazioni alla buona scuola e poca voglia di studiare. Prima l’Istituto Alberghiero di Napoli, poi il Nautico ora il Gentileschi in stato di agitazione.
Il problema è comprendere le reali cause di un malessere che sembra animato da una duplice componente: da un lato guadagnare tempo in prossimità del lungo ponte natalizio dall’altro protestare contro un governo che convince sempre meno soprattutto in materia di pubblica istruzione.
C’è modo e modo di manifestare il proprio dissenso, di occupare un istituto scolastico superiore statale: se infatti tale polemica si tramuta in inutile e continuata baldoria contornata dal consumo di droghe leggere e alcol senza promuovere assemblee straordinarie tra studenti e meeting tra i vari plessi scolastici interessati allora si sfocia nella peggiore anarchia comportamentale che poco o nulla ha a che fare con la sete di rinnovamento tanto decantata dalle nuove generazioni.
I giovani devono evitare di incappare nella trappola abilmente ordita da una certa parte della politica che mira a privatizzare ogni servizio pubblico a tutto vantaggio di potenti imprenditori. La scuola pubblica non si tocca : su questo punto cedere equivarrebbe a rinnegare secoli di storia vanificando il sacrificio di chi è caduto perché vivessimo in una società libera e democratica.
Napoli oppressa da una camorra spietata e composta da baby gang armate fino ai denti, flagellata dall’inoccupazione e dalla dispersione sociale (sono per citare alcune piaghe nostrane) non può e non deve arrendersi del tutto prestando il fianco a lobby economiche determinate ad accrescere in ogni settore la propria leadership per il controllo assoluto del paese. Ci auguriamo che il buon senso dei nostri ragazzi prevalga mostrando ancora una volta lo spessore umano e l’intelligenza vulcanica di chi è figlio di questi luoghi.
Alfonso Maria Liguori