Presenza concreta nel tessuto sociale per testimoniare la propria missione attraverso le opere: un progetto per strappare alla strada i minori a rischio e un gioco da tavolo a metà fra il “Monopoli” e il “Trivial Pursuit” per spiegare loro la legalità e metterli sui binari di una crescita che porti a fare di loro dei giovani cittadini responsabili.
A Torre Annunziata l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, di concerto con l’Arciconfraternita dei Santi Agostino e Monica e con quella dal Santo Rosario, ha raccolto l’invito del Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe a rinnovare il proprio impegno per far si che le “congreghe” tornino ad essere luoghi di formazione, preghiera, crescita nella fede e dell’esercizio della carità.
Una svolta decisa, che prende le mosse da iniziative già messe in campo negli scorsi anni, e che ora, dopo un periodo di positivo “rodaggio” sta consentendo di sviluppare sul territorio una serie di interventi a favore di minori a rischio e fasce disagiate della popolazione. Tutti “step” di un unico progetto complessivo, teso a sorreggere e guidare i ragazzi nella giusta direzione.
E proprio ai più piccoli sono dedicati alcuni dei progetti di punta attualmente messi in campo dalle Congreghe. Fra questi un progetto che integra le attività di “doposcuola” destinato ai giovanissimi di alcuni dei rioni più disagiati di Torre e un programma di approccio ludico alla legalità. Questo si avvale di un gioco da tavolo appositamente creato e sviluppato da Maria Olimpia Venditto, autrice e responsabile del Progetto, coordinatrice della attività del Centro di sostegno minorile L.U.P.O. (Legalità, Uguaglianza e Pari Opportunità).
Il gioco si chiama “I togati – La sfida degli scugnizzi”, e intende motivare i ragazzi ad esprimersi in piena libertà e in tutta la loro unicità nel rispetto delle leggi e delle regole di convivenza civile.
Già registrato alla SIAE, è in attesa di una casa editrice che sia eventualmente disposta a produrlo su larga scala per poterlo poi proporre nelle scuole e nei luoghi di aggregazione giovanile.
Per il momento a “testare” l’efficacia del gioco sono i più grandicelli dei circa trenta alunni delle scuole elementari e medie inferiori che frequentano il doposcuola (ovviamente gratuito) organizzato dalla chiesa dell’Immacolata e dello Spirito Santo, e sostenuto economicamente dalle congreghe. Alunni delle medie, perlopiù del quartiere “Provolera”. Le attività sono ospitate al primo piano di un edificio in vico Pace, annesso alla chiesa dell’Immacolata, proprio vicino alla Mensa dei poveri e alla sede della Congrega del SS. Rosario.
I ragazzi – alcuni con alle spalle esperienze e famiglie “difficili” – vengono accolti dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18, da un gruppo di docenti volontari, perlopiù provenienti dal mondo della scuola (insegnanti in pensione o ancora in servizio), ma non mancano ex manager pubblici, diplomati, laureati e laureandi.
Da settembre, dunque, i giovanissimi frequentatori del doposcuola dopo aver terminato le lezioni del giorno, si dividono in squadre per giocare alla “sfida degli scugnizzi”: una sfida non fra loro stessi, ma piuttosto volta a sconfiggere gli elementi di disagio che troppo spesso impediscono ai ragazzi di determinate zone di potersi accostare in maniera corretta ai concetti di legalità, vivere civile e senso di giustizia.
Il gioco si compone di quattro percorsi che raffigurano e descrivono le storie personali di ex scugnizzi che, grazie a un’opportunità, con sacrifici e forza di volontà, riescono a diventare insigni giuristi. I concorrenti, da soli o in squadra, devono dar prova delle loro abilità rispondendo a domande di cultura civica e di legalità, tutte a risposta multipla (tre risposte, di cui una esatta).
Lo scopo del gioco consiste nel conquistare il Foro posto sulla propria tabella e quelli sulle tabelle degli altri concorrenti, fino a guadagnare il tocco (il cappello dei togati) e divenire “principe del Foro”.
Gli argomenti trattati sono molteplici: citazioni d’autore, costituzione, storia politica italiana, istituzioni europee e internazionali, legislazione europea, date da ricordare, codice della strada, privacy, diritto privato, diritto penale, enti locali, acronimi, carte internazionali, ambiente ed ecologia, problematiche sociali (condizione femminile, alcoolismo e droga, ecc.).
E così, “giocando giocando”, si appassionano ai temi della legalità, anche ragazzi e ragazze che con questa avevano avuto in passato un rapporto che sarebbe eufemistico definire “conflittuale”.
“I ragazzi – spiega Olimpia Venditto – hanno mostrato grande entusiasmo per il gioco fin dal primo momento. I docenti hanno notato che, nei giorni in cui possono dedicarsi a quel gioco, nei piccoli aumenta il livello di concentrazione durante lo studio. Cercano di non distrarsi per terminare in tempo i compiti e potersi dedicare presto alla sfida. E si entusiasmano sempre molto. In questa prima fase l’obiettivo principale del gioco non è quello di verificare il loro livello di conoscenza sui temi della legalità, ma quello di formarli. Quel che importa è che comincino a prendere gradualmente domestichezza con certi concetti e ad assimilare alcuni valori basilari, che imparino pian piano il rispetto delle regole, ad interagire, a gestire le proprie emozioni, che si abituino sia a vincere che a perdere”.
Ma appoggio alle attività di doposcuola ed esperienza formativa sulla legalità tramite il gioco non sono le uniche iniziative messe attualmente in campo dalle Congreghe per i giovanissimi. Il progetto complessivo, infatti, è molto più ampio, e queste sono solo alcune delle prime fasi di un cammino che sarà lungo e articolato.
Già imminente il prossimo “step”: i ragazzi protagonisti del progetto, infatti, stanno già collaborando all’allestimento degli alberi di Natale da collocare all’esterno della Chiesa dello Spirito Santo. Questi saranno addobbati con foto ed elaborati che affronteranno alcuni temi scottanti del disagio cittadino.
Quest’anno, il tema proposto per le decorazioni natalizie è “La mia città è bella ma…”. La frase sarà completata direttamente dai piccoli al momento in cui consegneranno gli elaborati da appendere sugli alberi, che saranno sul sagrato già dal giorno dell’Immacolata
“L’appoggio a cooperative che curano i disabili, o un sostanziale aiuto alla Caritas per i pasti agli indigenti – commenta Alfredo Cutrupi, Fratello Superiore del Santissimo Sacramento – sono solo alcune della attività di carità svolte in questo momento dalle Arciconfraternite. Ma col progetto sulla legalità rivolto agli adolescenti a rischio abbiamo deciso di avviare una serie di interventi di più ampio respiro sia dal punto di vista economico che organizzativo. Ci auguriamo di poter avviare ogni 12-15 mesi un nuovo progetto di carità sociale, continuando a seguire i progetti già avviati e in altre azioni di preghiera e crescita nella fede. Lo sforzo che i Confratelli dovranno sopportare, da ogni punto di vista, sarà enorme – conclude Cutrupi – ma il disfacimento del tessuto sociale della nostra comunità lo richiede. E con l’aiuto di Dio si spera che le Arciconfraternite entreranno nel loro quarto secolo di attività col fervore alimentato dalla buona riuscita delle loro opere”.
Cosa sono le arciconfraternite
Le Arciconfraternite sono nate come associazioni di persone accomunate da interessi e progetti (sorgono per la prima volta nell’antichità greca e passano per le associazioni di arti e mestieri medioevali fino ad arrivare a momenti più recenti in cui la componente religiosa cristiana viene sempre più in primo piano).
Oggi possono essere definite come associazioni pubbliche di fedeli, finalizzate specificamente all’incremento del culto pubblico ed all’esercizio di opere di carità, di penitenza, di catechesi non disgiunta dalla cultura.
Esse sono costituite da un’Assemblea dei Confratelli e delle Consorelle e sono amministrate da un Governo presieduto dal Fratello Superiore. Funzione precipua è quella dell’unico prelato presente nell’Arciconfraternita, il Padre Spirituale, che stabilisce gli indirizzi delle attività pastorali e, quindi, garantisce il riconoscimento della ecclesialità del Sodalizio. Questi rappresenta il Vescovo e fa sì che tutte le attività dell’Arciconfraternita siano nel solco di quanto stabilito dalla Curia di appartenenza del Sodalizio (nel nostro caso la Curia di Napoli ).
Antonio Giuseppe Flauto