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Napoli, 50mila euro per superare il concorso: arrestati tre marescialli della guardia di finanza

Guardia di Finanza Auto(259)

Hanno chiesto ed ottenuto somme di denaro per consentire il superamento del concorso: arrestati a Napoli tre marescialli della guardia di finanza.

Ad eseguire le tre misure cautelari sono stati i militari delle fiamme gialle, al termine di una indagine svolta dalla stessa Guardia di Finanza di Napoli e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dal pm Giancarlo Novelli.

I tre pubblici ufficiali sono accusati di corruzione e millantato credito. L’operazione è stata effettuata dai militari del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli, guidati dal colonnello Giovanni Salerno, e dai finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Capitali, agli ordini del tenente colonnello Guglielmo Sanicola.

All’intervento si è giunti dopo indagini avviate su informative della stessa guardia di finanza, che avevano palesato rischi di condotte illecite connesse allo svolgimento dei concorsi per il reclutamento del personale del Corpo.

In effetti l’inchiesta ha evidenziato l’operato di alcuni marescialli che, avvicinando familiari di giovani partecipanti al concorso “Allievi Marescialli del Corpo” del 2015, avrebbero assicurato di poter garantire aiuti per agevolare il superamento delle procedure selettive.

In particolare i tre si sarebbero fatti consegnare, in più tranches e in contanti, 50mila euro dal padre di un candidato concorrente. La promessa era quella di un intervento presso la commissione giudicatrice del concorso.

Il giovane concorrente, comunque, non è stato ammesso al corso per Allievi Marescialli non essendo stato giudicato idoneo.

“Si tratta della seconda misura relativa a vicende del genere – ha scritto in una nota il procuratore Alfonso D’Avino – cui danno esecuzione, in pochi mesi, militari del comando provinciale della guardia di finanza di Napoli, a testimonianza della grande attenzione e del concreto impegno profuso dalla Procura di Napoli per garantire trasparenza e imparzialità nelle procedure di reclutamento e nel reprimere con fermezza qualsiasi condotta illecita posta in essere da militari infedeli”.

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