Vince il Savoia contro Isola di Procida

savoia procidaEra nell’aria, quest’aria natalizia che sa tanto di primavera, ci si dimentica quasi che siamo al 20 dicembre e chi pensava che anche il Savoia si fosse adeguato alle dimenticanze con la vittoria è stato smentito.

Un primo tempo tambureggiante, un ritmo ben sostenuto dalla gran rabbia agonistica, han fatto sì che Bardet, non dormisse sogni tranquilli. Ma il bravo portiere procidano, pur ribattendo un tiro da distanza ravvicinata di Majella, ha dovuto capitolare, incolpevolmente. E poi il secondo tempo, qui la squadra ha risentito un po’ della strana temperatura ed ha rallentato il ritmo, qualche sostituzione, ma il gioco sembrava di molto sofferto, fino alla fuga di Di Micco, subentrato ad un buon Peppeniello Onda, cross al centro ed il nuovo arrivato Giovanni Somma, infilava a porta sguarnita.

In pratica finisce la gara, anche se a tempo quasi scaduto il Procida, con una magistrale punizione dal limite, segnava il gol che premiava la loro buona volontà. “Era importante vincere e abbiamo vinto”, commento sereno di Sosa, che puntualizza il suo ruolo di unico allenatore dei bianchi, pur rispettando il lavoro di Miserini che spesso gli segnala qualche ragazzo che sta mettendosi in luce nella Juniores. E’ ora la volta di Todisco, che presenta il nuovo Direttore Generale, il Dott. Mariano Improta, il quale dopo una brevissima presentazione, enuncia un programma di distribuzione dei ruoli, in questa società che, a suo parere, ha bisogno di lavorare, ma senza sforare in compiti altrui. Si sonderà il mercato, ma non per lo sfizio di prendere qualche nome, bensì per trovare qualche playmaker che possa aiutare una società ed una squadra come il Savoia, a continuare a combattere per un posto che le spetta.

Sembrerebbe tutto, ma no, c’è da sottolineare il grido di soddisfazione del polacco che a nome di tutti ha incitato la squadra a combattere sino alla fine “gli ultras non si arrendono mai”.

Pensierino finale: un padre può amare suo figlio, un padre può portarlo a vedere i bianchi ed è un fatto normale, ma vedere il sessantenne Roberto, sventolare un bandierone bianco in nome del figlio Fabio che non c’è più ma che, a suo dire, è come se tornasse ad ogni sventolio della bandiera, credetemi, è un’emozione che non so descrivere.

 

 

Ernesto Limito

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