Il 2015 è un anno particolare per Gragnano, leggendo i dati delle iniziative sociali e culturali si scopre infatti che sono state più numerose rispetto agli altri anni, dato questo che testimonia un forte fermento da parte di una comunità che ha voglia di riscatto. Dalla costituzione del forum dei giovani alle iniziative per la tutela e promozione della Valle di Mulini, dai numerosi convegni culturali alla nascita di nuove associazioni. Tante sono state anche le manifestazioni enogastronomiche. Senza voler trascurare le problematiche che contraddistinguono un territorio oggettivamente difficile sotto diversi punti di vista (si ricorda il recente episodio che ha visto il ferimento dell’imprenditore Ciro Moccia), allo stesso tempo sembra che la comunità stia acquisendo la consapevolezza della possibilità di un riscatto collettivo, partendo proprio dalle potenzialità storiche. Per fare un punto della situazione abbiamo intervistato uno degli storici cultori del territorio, Giuseppe Di Massa, presidente del centro “Alfonso Maria Di Nola”.
Quest’anno sono state numerose le iniziative culturali ed associative, lei pensa che Gragnano sia finalmente pronta per creare quei corpi intermedi che lei ha cercato di creare negli ultimi anni?
L’aumento del numero delle associazioni di volontariato o culturali a Gragnano, rende non più procrastinabile la costituzione di un Forum delle Associazioni, o di altro organismo che coordinando le rispettive programmazioni, eviti un sovrapporsi di iniziative nelle stesse date, uno spreco delle modeste risorse pubbliche disponibili, ma anche per favorire convergenze su obiettivi comuni, a partire da sedi multifunzionali utilizzabili da più associazioni.
A tal proposito quali sono gli obiettivi del coordinamento delle associazioni?
Coordinandoci possiamo anche alzare l’asticella delle nostre rispettive iniziative: è proprio quello che ho pensato quando ho ottenuto per il Centro di Cultura e Storia di Gragnano il comodato decennale del Mulino Porta di Castello e dell’antistanze area a verde. Ho infatti comunicato a tutte le altre associazioni la disponibilità a condividere iniziative e gestione del Mulino, cosa che in verità subito ha dato vita a eventi cogestiti con associazioni diverse, cosa che mi auguro in primavera possa ripartire con maggiore entusiasmo. Così come mi piacerebbe riprendere le pubblicazioni dei Quaderni Culturali, anche per mostrare le numerose iniziative fatte, che altrimenti in poche settimane andrebbero nel dimenticatoio. In questo contesto penso anche al coinvolgimento delle scuole, dalle elementari alle superiori.
Quest’anno la sua associazione ha avuto in comodato d’uso gratuito decennale un mulino, riuscirete a ristrutturarlo? In che modo pensate di riuscirci? Quel mulino insieme al casale che il pastificio Gentile sta ristrutturando, può diventare un volano per la promozione dell’intera Valle dei Mulini?
L’impegno per il Mulino è massimo, ma è ovvio che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, parlo soprattutto da chi potrebbe averne un ritorno turistico, in particolare ristoranti e pastifici che potrebbero utilizzarlo come pubblicità e visite. Ora che ci sarà in Valle anche il pastificio Gentile e mi auguro al più presto il Centro Visitatori nell’ex macello, dove potremo allestire mostre permanenti e accoglienza dignitosa con bookshop, gadget e materiale pubblicitario delle aziende del territorio. Né va dimenticato il ruolo di richiamo del nostro maggiore attrattore turistico al momento, ovvero il Presepio. Voglio però ancora una volta sottolineare che il problema principale da risolvere è quello del disinquinamento della Valle dei Mulini. Cosa non impossibile in tempi brevi, perché la fognatura lungo la Valle è pronta da anni, così come sulle frazioni collinari sui due versanti superiori della Valle. Bisogna assolutamente completare i tratti fognari a valle col collettore di Gragnano che si andrà a collegare col depuratore alla foce del Sarno. Come associazioni faremo sentire la nostra voce, meglio se saremo molte associazioni, ma anche le istituzioni locali, a partire dai comuni collinari insieme a Gragnano e Castellammare. Non è tollerabile che il nostro territorio manchi ancora della fognatura, né che le spiagge antistanti Castellammare siano non balneabili per i ritardi burocratici dei vari enti regionali, così come anche Arcadis e Gori.
Dopo tanti anni finalmente è in corso l’approvazione del Puc, ed ora è in corso la fase delle osservazioni civiche, cosa cambia per Gragnano una volta che sarà approvato definitivamente?
IL Puc sarà un elemento di chiarezza urbanistica. Può darsi che non sia il migliore piano possibile, ma non possiamo continuare a rincorrere per decenni sogni utopistici. L’importante è rispetti le normative sovra comunali e che i cittadini sappiano quali sono le possibilità urbanistiche. Regole uguali per tutti che sgombrerebbero il malcostume politico delle promesse sulle quali si sono formate molte fortune di politici spregiudicati ma anche quello della corruzione. Pensiamo poi all’ampliamento delle aree destinate all’artigianato e dei parametri più favorevoli per le costruzioni nelle aree industriali, oltre a nuova viabilità di cui Gragnano ha urgente necessità. La speranza è anche nel corso della sua validità si possano colmare gli handicap di mancanza di servizi e strutture sociali e sportive.
Anche quest’anno sta organizzando un brindisi di fine anno aperto alla comunità, dove e quando si svolgerà? Quali sono i suoi auspici per il 2016?
Come già in passato anche quest’anno faremo un brindisi beneaugurale per 2016, spero che le altre associazioni cui ho chiesto il parere accettino come location il Mulino Porta di Castello mercoledi 30 alle 12, vedremo. In ogni caso ci sarà quello del 31 in piazza Marconi. Nel brindisi, per quanto mi riguarda, avrò al solito un lungo elenco di obiettivi raggiungibili nel corso dell’anno che verrà: La fognatura per Gragnano in primis, il concretizzarsi del Museo della Pasta, del Centro di Accoglienza Turistica nella Valle, nel restauro delle mura del Castello che si stanno sbriciolando nell’indifferenza generale, così come della Torre de I Massi, il salvataggio degli affreschi della Cappella della Madonna delle Grazie e della chiesa del Carmine con annesso monastero e campanile che minacciano di crollare, un progetto serio di strutture e parcheggio per l’ex scalo merci e la costruzione della linea tramviaria col collegamento alla nuova stazione della vesuviana a Castellammare, il campetto di calcio San Marco di fronte all’omonima chiesa, un teatro comunale, il ripescaggio del progetto già fatto, approvato e finanziato per il monastero di San Nicola dei Miri, del palazzo de Marini, dell’ex mulino Quiroga in piazza Marconi, ma anche piccole cose in grado di restituire a Gragnano una sua identità sociale e storica, a partire dalla toponomastica violentata, riprestando gli antichi nomi a piazza San Leone, Conciaria, Trivione e Stazione, ma anche abrogando alcune intestazioni come quelle a Pasquale Nastro o a scuole come Renato Fucini o Massimo D’Azeglio.
Carmine Iovine