Innovatività, coinvolgimento dei giovani, massima apertura, incidenza sul tessuto sociale, risvolti economici del progetto per il territorio, autosostenibilità, capacità di attrazione del pubblico, programmazione di eventi, oltre all’esperienza ed alla organizzazione dei soggetti proponenti, (ai sensi dell’art. 48 comma 3 lett. c del d. lgs. n. 159/2011), sono gli indirizzi dati dall’Amministrazione. Sarà preferita la presentazione delle domande da parte di reti cittadine. Inoltre, recita il bando, il concessionario sarà tenuto a prevedere un congruo spazio da destinare a Casa delle Associazioni, all’Assessorato alla Legalità ed alle reti antiracket locali.
“Il bando giunge all’esito di numerosi incontri ed assemblee pubbliche di progettazione partecipata – spiega l’Assessore alla Legalità, Valentina Maisto – che hanno avuto l’obiettivo di far emergere, in maniera collettiva, i bisogni del territorio e di costruire una comunità coesa attorno a ciò che quel bene dovrà rappresentare.
I principi fondanti sono dati dalla necessità di ribadire la presenza delle istituzioni nei luoghi ove ha regnato la criminalità; la presenza dell’associazionismo diffuso, poiché sono le reti sociali a costruire città resilienti che hanno fiducia in sé stesse e si proiettano verso un’idea di società migliore; l’incidenza sociale ed economica del progetto, perché è garantendo i diritti sociali che si elimina l’humus che permette lo svilupparsi della criminalità organizzata, che si nutre di precarietà ed emarginazione sociale”.