Crisi politica a Scafati, il sindaco: “Dimissioni il 6 gennaio se non c’è unità”

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A Scafati l’ultimo consiglio comunale, tenutosi alle 19 e 10 di ieri, lunedì 28 gennaio, riapre ancora una volta fratture tra i rappresentanti della città. Sei i punti all’ordine del giorno, ed è da subito chiaro che la seduta sarebbe continuata sull’onda delle turbolente assemblee precedenti.

cons3Le diatribe partono fin dai primi minuti e l’opposizione, con in testa un Coppola irremovibile, contesta l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti del 27 novembre e dell’1 e 9 dicembre. Ancora una volta, quello che non va giù è il consiglio comunale del 27 novembre scorso, ritenuto illegittimo dall’opposizione perché convocato dal consigliere Teresa Formisano invece che dal Presidente del Consiglio Pasquale Coppola, e su cui il Tar emetterà una sentenza sulla validità il prossimo 12 gennaio.

E subito si riaccende la polemica quando a prendere la parola è Salvati, che parla di una regia occulta che compromette l’imparzialità amministrativa, oltre a citare le gravi intimidazioni subite dall’ex consigliere D’Alessandro e dal presidente Coppola.

Una seduta decisamente ricca di elementi teatrali quella di ieri, con una sospensione di alcuni minuti che porta i fedelissimi di Aliberti ad abbandonare la sala poiché non d’accordo con la decisione di Coppola di votare per l’approvazione scissa dei consigli comunali dell’1 e del 9 dicembre, escludendo quello del 27 novembre.

Prima della votazione favorevole, che in questo caso coinvolge solo i consiglieri d’opposizione rimasti sulle loro sedie, prende la parola Santocchio che dichiara concitato: “A Scafati esiste una macchina comunale che non conosce l’imparzialità. Combatto per inchiodare queste persone alle loro responsabilità. Ormai solo la procura può fermare i vostri piani a cui continueremo ad opporci se non sono disegni che riguardano la comunità”.

La maggioranza riprende il posto e si approvano tra provocazioni un emendamento di modifica alla mozione sulla sicurezza stradale presentata dal neo-consigliere Grimaldi e, in fretta e furia, in un clima dove l’attenzione collettiva sembrava rivolta altrove, il delicato piano sulla Protezione Civile riguardante l’evacuazione della popolazione per possibili rischi causati da fenomeni vulcanici e il servizio per la raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Si arriva così all’ultimo punto che segna ancora un capitolo sulla questione decadenza, ovvero la presa d’atto della rinuncia alla decadenza da parte di Aliberti, e ancora una volta piovono provocazioni e attacchi tra la maggioranza e l’opposizione. L’opposizione, tutta dichiara fortemente l’illegittimità della pratica di decadenza che Aliberti ha provato ad attuare.

Tra gli accesi dibattiti tra Santocchio e la Marra, i consiglieri di maggioranza in contrasto con le procedure per la decadenza e la validità del consiglio della discordia del 27 e Michele Grimaldi che lascia in dono una copia della Costituzione al banco del sindaco, seduto tra il pubblico perché estromesso dalla discussione che riguarda la procedura; alle 23 e 10 la votazione per la presa d’atto della rinuncia alla decadenza con 8 astenuti e 12 voti favorevoli passa e sembra segnare la fine, per ora, di una vicenda che da mesi è divenuta una storia infinita.

Il colpo di scena arriva però stamani, quando Aliberti convoca la stampa per rendere pubblica la sua ultima decisione. “Dopo il consiglio comunale di ieri devo prendere atto che non esiste più una maggioranza.

Chiederò di convocare un nuovo consiglio comunale subito dopo il 6 gennaio per capire se c’è una maggioranza che sposa la mia idea di città. Ho chiaro che in consiglio esiste un impasse istituzionale rappresentato da un Presidente del consiglio che non ci permette di lavorare. Ho quindi bisogno di capire chi sposa la mia idea, altrimenti depositerò le mie dimissioni irrevocabili”. 
Quindi Aliberti chiarisce il suo bisogno di una “vera maggioranza” che condivida il suo programma fino a fine mandato.

I punti cardine al centro della sua azione sono quattro: il PUC, il bilancio, il PIU Europa e, soprattutto il riconoscimento dell’impasse istituzionale per lui rappresentato dal Presidente Coppola.

Nuove possibilità si fanno quindi largo nella scena politica scafatese; l’intenzione del primo cittadino è chiara, per continuare il suo mandato chiede la testa di Coppola, altrimenti in primavera ci saranno comunque le nuove elezioni dove non potrà concorrere nuovamente alla carica di sindaco… a meno che la sentenza del 12 gennaio del Tar non decreti effettivamente il consiglio dello scorso 27 novembre legittimo, cosa che probabilmente riaprirebbe uno spiraglio alla possibilità di decadenza.

Raffaele Cirillo

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