Nello specifico quest’ultimo ruota attorno a tre nuclei fondamentali: un call center diocesano, con tanto di centro di ascolto, prevenzione e cura della crisi di coppia; uno sportello per papà prossimi alla separazione o già separati o divorziati; un centro di accoglienza notturno per i più bisognosi, con percorsi di orientamento all’autoimprenditoria. «Un progetto – come preannuncia Antonio Piccolo, responsabile provinciale dell’Associazione Famiglie Separate Cristiane e componente dell’Ufficio Famiglia della diocesi di Napoli – già redatto, e che a giorni sarà sottoposto al vaglio della Caritas diocesana e all’Ufficio Otto per Mille della CEI (Conferenza Episcopale Italiana)», che sarà chiamato a finanziarlo.
«Frequenti, infatti – afferma l’avvocato Antonietta Montano, presidente dell’associazione nazionale Voce Uomo – sono i casi di alienazione parentale, rispetto ai quali la prima e vera vittima è il figlio. Quest’ultimo diventa una specie di pedina nelle mani del genitore alienante (di solito la madre) che effettua sul sangue del suo sangue una vera e propria programmazione, volta al rifiuto dell’altro genitore. Il bambino viene così privato di un diritto fondamentale, statuito dalla legge n. 54 del 2006, ossia del diritto del figlio minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore».
È quanto accaduto, ad esempio, a Luigi, un cinquantenne separato da tre anni e che da sei mesi – causa la perdita del lavoro – è
È proprio per evitare simili situazioni, tra gli altri lodevoli intenti, che è stato pensato il progetto “Ianua spei”: «Per dare una risposta concreta – chiosa il dott. Piccolo – alle sempre più numerose domande che arrivano nel nostro territorio».
Michele Di Matteo