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Scafati, richiesto l’intervento dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati

Agenzia-beni-confiscati-624Il gruppo politico “Scafati Arancione” ha presentato una richiesta al direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati chiedendo un intervento rispetto al bene confiscato di via Aquino, che ad oggi, a distanza di anni dalla confisca e dell’affidamento all’ente comunale (anno 2009), non è stato oggetto di alcun progetto di riutilizzo sociale, né risultano progetti di adeguato utilizzo, cosi come previsto dalla legge, in particolare dal d.lgs. n.159/2011.

A Scafati infatti vi sono addirittura sedici beni confiscati alla criminalità organizzata, tra questi vi è il bene confiscato al clan Sorrentino nel 2009, affidato all’ente comunale nello stesso anno. Detto bene, sito in via Aquino, sebbene numerosi annunci, negli anni è finito praticamente nel dimenticatoio, situazione che per il gruppo “Scafati Arancione” sarebbe finalizzata ad: «Insabbiare responsabilità politiche sul suo riutilizzo, che rappresenterebbe oltre che un’ opportunità per la nostra comunità anche un messaggio forte e chiaro di ripristino della legalità nel nostro paese. Il bene è stato acquisito dall’ente locale nel lontano 2009 e da allora nulla è stato fatto per riconsegnarlo realmente alla comunità. Va ricordato che sono stati sprecati 200.000€ del progetto “You and me” che dovevano servire per l’inizio della messa in sicurezza del bene in questione (perché ricordiamo abusivo). Che fine hanno fatto quelle risorse stanziate dal governo centrale? ».

Un’occasione persa è stata anche quella del Pon sicurezza (piano operativo nazionale) la cui dotazione finanziaria ammontava a circa 1 milione di euro cofinanziata per il 50% dai fondi FESR (Fondi europei per lo sviluppo regionale) a cui però non si è dato seguito per assenza di progetti validi che potessero intercettare finanziamenti necessari ad una progettualità concreta e attuabile così come precisato dal movimento politico scafatese:

«Per questi motivi, visti i gravi ritardi che riteniamo vadano chiariti ed affrontati, abbiamo deciso di rivolgerci all’ Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati per verificare la sussistenza delle condizioni necessarie al commissariamento della gestione del bene così come enunciato dal Codice Antimafia. Nel contempo, stiamo lavorando ad un progetto di riutilizzo sociale che nei prossimi giorni renderemo pubblico, mediante una proposta concreta che speriamo possa rappresentare un momento di sano dibattito pubblico e condivisione con tutte quelle forze sociali e politiche sensibili a questi temi, provando ad uscire dal torpore di questioni che in questi mesi tengono banco in città e che non riguardano glIl contrasto alla criminalità non può ridursi a passerelle o dichiarazioni di facciata, ma va perseguito con decisione e coraggio».

Gli attivisti arancionihanno anche annunciato che nei prossimi giorni trasmetteranno una proposta di regolamento per chiedere di mettere in campo un “Mercatino a km 0” nello spazio antistante del bene in questione. Una proposta che vede protagonisti da un lato produttori agricoli e coltivatori diretti, incentivando e investendo in quella che è una vocazione del territorio.

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