Un’occasione persa è stata anche quella del Pon sicurezza (piano operativo nazionale) la cui dotazione finanziaria ammontava a circa 1 milione di euro cofinanziata per il 50% dai fondi FESR (Fondi europei per lo sviluppo regionale) a cui però non si è dato seguito per assenza di progetti validi che potessero intercettare finanziamenti necessari ad una progettualità concreta e attuabile così come precisato dal movimento politico scafatese:
«Per questi motivi, visti i gravi ritardi che riteniamo vadano chiariti ed affrontati, abbiamo deciso di rivolgerci all’ Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati per verificare la sussistenza delle condizioni necessarie al commissariamento della gestione del bene così come enunciato dal Codice Antimafia. Nel contempo, stiamo lavorando ad un progetto di riutilizzo sociale che nei prossimi giorni renderemo pubblico, mediante una proposta concreta che speriamo possa rappresentare un momento di sano dibattito pubblico e condivisione con tutte quelle forze sociali e politiche sensibili a questi temi, provando ad uscire dal torpore di questioni che in questi mesi tengono banco in città e che non riguardano glIl contrasto alla criminalità non può ridursi a passerelle o dichiarazioni di facciata, ma va perseguito con decisione e coraggio».
Gli attivisti arancionihanno anche annunciato che nei prossimi giorni trasmetteranno una proposta di regolamento per chiedere di mettere in campo un “Mercatino a km 0” nello spazio antistante del bene in questione. Una proposta che vede protagonisti da un lato produttori agricoli e coltivatori diretti, incentivando e investendo in quella che è una vocazione del territorio.