Ad acuire i tanti la crisi sanitaria provocata dall’emergenza “tac” negli ospedali campani giunge la notzia della tragica e per diversi aspetti inspiegabile morte di una 69enne di Agerola, deceduta nei giorni scorsi dopo un incidente domestico ed un lungo ed inutile pellegrinaggio tra gli ospedali vesuviani alla ricerca di una Tomografia assiale computerizzata (tac) funzionante. Una ricerca che ha dell’incredibile per i troppi esiti negativi e che ha causato un enorme ritardo nell’intervento dei medici e che si è conclusa con il fatale e tragico epilogo.
Sfortunata protagonista la signora Maria Fusco, 69enne di Agerola, appunto, morta lo scorso 21 dicembre, dopo una lunga odissea tra gli ospedali napoletani, per il successivo sopraggiungere di un’infezione polmonare. Ancora una ulteriore storia, se non di mala sanità, di una inaccettabile disorganizzazione del sistema sanitario campano.
Il lungo calvario della donna parte lo scorso 9 dicembre, quando nel tardo pomeriggio la 69enne, per cause fortuite, cade in casa battendo la testa. L’immediata la chiamata al 118 ed al medico curante, da parte di uno dei figli, fa giungere ad Agerola il pronto intervento sanitario che prestano le cure del caso alla donna. Subito la paziente sembra riprendersi e le sue condizioni appaiono nettamente migliorate. In casa ritorna una chiara serenità per lo scampato pericolo, ma di lì a poco le condizioni della signora Maria allertano nuovamente i familiari. Erano all’incirca le 22 e 30 quando la donna mostra di non riuscire ad articolare in maniera corretta e completa le parole. Allertato nuovamente il 118, i sanitari giungono nella cittadina dei Lattari poco dopo le 11 di sera e le condizioni della paziente vengono definite gravi dai soccorritori. Il sospetto è che a provocare la disfunzione sia un danno cerebrale e scatta la corsa verso l’ospedale San Leonardo di Castellammare dove la donna arriva in stato comatoso.
Proprio nel nosocomio stabiese, a seguito di una frase pronunciata dai sanitari, i familiari di Maria Fusco restano del tutto basiti: c’è necessità di una tac immediata, per verificare lo stato cerebrale dell’anziana donna, ma al San Leonardo non è possibile effettuare tale esame. Quello che viene riferito personale dell’ospedale al figlio della donna che l’ha accompagnata, è che “bisogna andare fuori regione”. Una situazione paradossale che delinea il segno dell’emergenza che affligge gli ospedali del vesuviano e dell’intera regione.
I medici danno il via al “protocollo”: partono le telefonate agli ospedali più vicini per verificare la possibilità di effettuare l’esame, ma le risposte sono sempre negative. Torre del Greco, Nocera Inferiore e il “Loreto mare” di Napoli non sono in grado di effettuare quanto richiesto. Una risposta positiva arriva dall’ospedale di Nola.
E’, ormai, già passata la mezzanotte quando la donna viene trasferita in ambulanza a Nola dove nel reparto di radiologia effettua la tac per ritornare successivamente a Castellammare di Stabia, in ospedale. Tutto sembra, ancora una volta, andare per il meglio, si attendono i risultati, ma a gelare il tiepido ottimismo giunge la comunicazione che i risultati della tac effettuata non sono visibili perché a Nola la stampante del delicato macchinario diagnostico è rotta.
Tirate le somme, sono state perse oltre due ore di tempo e bisogna ricominciare tutto da capo. La situazione ha dell’incredibile e solo dopo ulteriori svariati minuti i medici stabiesi predispongono il trasferimento della paziente all’ospedale Cardarelli di Napoli dove Maria giunge quando sono le 4 e 30 del mattino.
Giunti a Napoli si procede rapidamente ad effettuare il tanto agognato esame che sarebbe servito a salvare la vita alla malcapitata donna e predispongono l’intervento chirurgico alla testa che viene effettuato alle 6 del mattino. Sono passate ben sette ore dal secondo intervento dei medici del 118, ore che sarebbero state vitali per Maria Fusco, per evitarle il peggio, ma purtroppo ai familiari non resta che prendere atto di una realtà che assomiglia sempre più ad un incubo.
I medici, a seguito dell’operazione, rimuovono l’ematoma dal capo, l’intervento è riuscito, ma le speranze di recupero per la 69enne sono poche. Maria però e di fibra forte e reagisce bene all’intervento ed alle terapie tanto che il 12 dicembre apre gli occhi e si sveglia dal coma. Ancora una volta tutto sembra andare per il meglio, ma dopo pochi giorni dal trasferimento al reparto di neurochirurgia del Cardarelli, avvenuto qualche giorno dopo il risveglio, il 17 dicembre, la 69enne muore a seguito di una crisi respiratoria causata da una una infezione ai polmoni.
Un incubo sfociato in una tragedia forse evitabile? Questo l’interrogativo che i famigliari della donna, ora si pongono. Vogliono chiarezza su tutta la vicenda e vogliono capire se sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della loro congiunta. Per segnalare tutto l’accaduto è pronto un esposto alla Procura di Torre Annunziata e all’ufficio Urp dell’Asl, resta però il dolore per la perdita e l’incredulità per quanto hanno dovuto assistere e subire.
Filippo Raiola