La compagnia Satyricon tesse la tela della propria storia tra i luoghi comuni del mondo moderno, ribaltandoli in un finale imprevisto, che dà modo di riflettere.
“Un raro Natale Napoletano” non rappresenta infatti la solita commedia che strappa più che una semplice risata allo spettatore, fa anche questo ma lascia aperte le porte del sentimento e della meraviglia, di una vita forse ingiusta ma sempre equa che spezza le ali della felicità nel momento migliore ma le cura con la speranza quando tutto sembra perso, e che invita a prendere per mano la propria storia, non aspettando che qualcosa o qualcuno la cambi al posto nostro, non dimenticandosi della cosa più importante, il sorriso della gente.
Lo spettatore ha l’imbarazzo nella scelta, può immedesimarsi in Genny (Luigi Loreto), proprietario di un Ice Bar e metafora dell’uomo moderno a cui manca il coraggio definitivo per costruire la propria indipendenza, che tiene ben distanti da se i sentimenti, vive la sua vita giorno per giorno fino a che, sulla strada verso la felicità apparente, non ci si intromette Carlotta (Rossana Gallo), sua figlia, che ne cambierà per sempre la vita aprendosi ad un modo diverso di vivere la quotidianità, pensando anche al futuro, che lo preoccupa ma che tiene distante da se attraverso i suoi amori passeggeri. Può risvegliarsi in Simone (Domenico Loreto), il cugino di Genny, e nel suo modo leggero di vivere la vita o in Achille (Paolo Blasio) e nelle sua filosofia intrinseca dietro ogni frase, dentro ogni volto.
In Assunta (Valentina Murano) o Ernesto (Marcello Longobardi), stravaganti genitori di Genny che portano avanti una storia fatta di mille contraddizioni ma che proprio in queste contraddizioni trova la sua forza, o in Franco (Rosario Matteo Di Rosa), lo zio di Carlotta che veste i panni di un atipico antagonista. Può guardarsi allo specchio e vedersi nel volto di Laura (Valeria Nadia Vitiello), migliore amica di Genny per cui il destino sembrerebbe aver riservato qualcosa in più che una semplice amicizia ma il modo passivo in cui il protagonista vive le sue relazioni porterà al finale che nessuno si aspetta.
Perché è proprio quando la compagnia Satyricon termina di tessere la sua tela che tutti i fili che sembravano intrecciarsi tra loro nel disegno che tutti si aspettano finiscono per annodarsi in maniera imprevista. E’ un natale moderno quello andato in scena al Teatro Mattiello di Pompei, una famiglia allargata con amici, parenti lontani e acquisiti seduti nel tavolo della risata imbandito apposta per ogni tipo di pubblico, è il ‘Natale Social’ che però non perde mai il fascino della tradizione. Una menzione particolare và fatta anche ai quattro esordienti della Compagnia, ulteriori ingranaggi di una macchina destinata a regalarci altre serate come questa; da Danilo Vitiello, autentica rivelazione nell’interpretazione di Minuccio, l’altro zio di Carlotta, che ruba la scena a tutti nel suo roboante ingresso sul palco, un’esplosione di risate e un vero e proprio ossimoro nella piega tragicomica della storia, a Maria Carotenuto, che interpreta Vanessa, la spasimante di Genny che scompiglia le carte in tavola con la sua lucida follia in un’interpretazione di livello.
Da Sissy Monteleone, immersa nelle difficoltà di un personaggio che portava con sé l’universo di un ritmo totalmente differente, la sensuale collaboratrice brasiliana, alla già citata Rossana Gallo, tredici anni e non sentirli in un esordio da vera e propria protagonista, disegnando con tratto preciso, sul palco, un personaggio che pare fatto apposta per lei.
Andrea Cardone