Vesuvio, 63 paesi a rischio nella zona gialla

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È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 novembre 2015 contenente le “Disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio per le aree soggette a ricaduta di materiale piroclastico”, ovvero per la zona gialla.

A differenza della zona rossa, quest’area è esposta “solo” alla consistente ricaduta di materiale piroclastico e comprende 63 comuni delle province di Napoli e di Salerno e anche tre quartieri del capoluogo campano. Questi centri abitati, nel caso in cui dovesse esserci un’eruzione del Vesuvio simile a quella che devastò Pompei, Ercolano, Torre Annunziata e Stabiae, sarebbero esposti a una consistente ricaduta di materiale piroclastico. Il peso di questo materiale potrebbe causare anche il collasso delle coperture degli edifici e quindi grosse difficoltà per la popolazione.

A tal proposito, i comuni che rientrano in questa zona, dovranno adottare delle misure di sicurezza per i propri cittadini, affinché tutto possa funzionare per il meglio. Tuttavia, bisogna comunque considerare le probabili condizioni meteorologiche considerato che, in presenza di vento forte, tutto potrebbe terribilmente modificarsi.

Tutto ora passa nelle mani del Capo del Dipartimento della Protezione civile il quale avrà cinque mesi di tempo per fornire alle diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile le indicazioni per l’aggiornamento delle rispettive pianificazioni di emergenza per la zona gialla.

La pianificazione è stata fatta a livello nazionale in modo tale da assicurare la mobilitazione di tutte le componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile per fronteggiare al meglio una possibile emergenza. Ovviamente si spera che, tutte queste misure di sicurezza, non debbano mai essere adottate.

Gennaro Esposito

 

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