Successo per la passeggiata archeologica organizzata dal Comitato Civico Vesuviano, assieme ad associazioni e gruppi politici, tenutasi domenica scorsa a Nola: l’itinerario “Sulle Orme di Augusto”, nel suo secondo appuntamento, ha fatto tappa all’anfiteatro laterizio e al Museo Archeologico di Nola in un’intensa mattinata che ha coinvolto un grosso numero di visitatori.
Per lo sviluppo dell’entroterra vesuviano è fondamentale la realizzazione di una stazione ferroviaria al confine di Ottaviano: è l’appello che lo studioso Gennaro Barbato del Comitato Civico Vesuviano, preso atto del successo delle passeggiate archeologiche (la prima ha interessato l’acquedotto nel territorio di San Gennaro Vesuviano), rivolge alle istituzioni.
La rassegna archeologica “augustea”, che di certo avrà altri seguiti, si pone l’obiettivo di allargare dal punto di vista istituzionale la rete di persone interessate a creare una struttura di valorizzazione turistica dei territori vesuviani: tra i partecipanti alla giornata nolana il prof. Carmine Cimmino, l’ing Gennaro Sorrentino e lo scrittore Angelo Amato De Serpis.
“La realizzazione di una stazione in località Bosco Gaudio, sulla linea veloce tra Ottaviano e Nola, permetterebbe ai turisti stranieri di raggiungere facilmente l’anfiteatro laterizio, i musei archeologici di Nola e di Sarno, l’acquedotto a San Gennaro-Palma Campania, il villaggio protostorico di Longola e le ville romane di Terzigno” è il parere del dottor Barbato, secondo cui “la stazione sarebbe fondamentale anche per lo sviluppo del Parco Nazionale del Vesuvio perchè da Ottaviano parte il sentiero numero 1” che conduce alla Valle dell’Inferno e al Gran Cono.
Si spera che il grosso successo di partecipazione possa suscitare l’attenzione delle più alte cariche preposte alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico e in particolare del ministro Dario Franceschini perchè iniziative così sentite non possono disperdersi nel vuoto: l’appello di Barbato, dunque, è rivolto allo Stato affinchè faccia molto di più per prendersi cura dei propri tesori e per arricchire dei territori in difficoltà che potrebbero vivere solo di turismo e di cultura.