Per una memoria lunga più di un giorno

Giornata-della-memoria2013

“Per non dimenticare”. E’ questo lo slogan che da anni accompagna la giornata del 27 Gennaio, dedicata al ricordo della Shoah e delle vittime dell’Olocausto. Sono passati ben 71 anni da quando le truppe dell’Armata Russa entrarono all’interno del campo di concentramento di Auschwitz, mostrando al mondo la brutalità dell’essere umano.

Affinché la morte di quelle persone non sia dimenticata con il passare del tempo, si è deciso di istituire questa giornata di ricordo con varie celebrazioni in tutti gli stati dell’Unione Europea. Manifestazioni che sono state effettuate anche in Campania, terra che negli anni del regime fascista, ha anche ospitato alcuni campi di concentramento e di “smistamento” all’interno delle province del salernitano (Campagna) e dell’avellinese (Solofra, Ariano Irpino).

shoah cat

Decine gli appuntamenti in programma, con una serie di iniziative che quest’anno portano anche il nome di Luciana Pacifici, la più giovane vittima partenopea della Shoah, morta a otto mesi durante il suo trasporto ad Auschwitz. La bimba morì durante il trasporto in treno: non resse al freddo e al viaggio infernale di quei carri bestiame carichi di uomini, donne e bambini, diretti verso la Polonia. Dallo scorso novembre, una strada di Napoli porta il nome di Luciana Pacifici mentre in precedenza era dedicata inspiegabilmente a Gaetano Azzariti, un giudice fascista (anche se sono ancora molte altre le strade dedicate ad esponenti del mondo politico fascista). Scuole, amministrazione comunali, varie associazioni hanno organizzato dibattiti, mostre fotografiche, visione di filmati: tutto affinché questo giorno non fosse simili agli altri. Ma basta? Forse si, forse no.

Alla base di tutto ci deve essere, ovviamente, l’analisi. Cosa ha spinto l’uomo a comportarsi in questa maniera? L’odio e il razzismo verso un popolo e verso una categoria di persone (anche omosessuali, rom, prigionieri politici sono stati uccisi al pari degli ebrei). Di conseguenza, si può dire di aver onorato le oltre 15 milioni di vittime, solamente quando questi due fenomeni saranno debellati dalla terra. Ma, purtroppo, a distanza di 71 anni, sono ancora presenti all’interno della società. Non basta “pulirsi” la coscienza un solo giorno l’anno ricordandosi di tutto ciò: bisogna combattere giorno dopo giorno, soprattutto nelle scuole.

Non basta mostrare qualche pellicola cinematografica relativa a questa tematica per poter dire “oggi ho ricordato e ho onorato quelle persone”. Bisogna fare di più. Bisogna far capire alle nuove generazioni quanto negativo e doloroso possa essere il razzismo, piaga della società italiana. Diceva il filosofo George Santayana: “Se non si impara dalla storia, siamo condannati a ripeterla”.

Gennaro Esposito

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