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Tonnellate di cocaina, capitali nei paradisi fiscali: ecco i trafficanti di Napoli

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Tonnellate di cocaina dal sudamerica e reimpiego di capitali in paradisi fiscali e spiagge dorate: questa mattina  le forze dell’ordine hanno sgomitato un’organizzazione criminale internazionale con base a Napoli.

La squadra mobile di Napoli ed il Gico della guardia di finanza con il supporto dell’Interpol hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per undici indagati, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli, che ha operato in stretto collegamento con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Gli indagati avrebbero formato una sorta di cartello costituito da più sottogruppi, in parte autonomi, in strettissimo contatto tra di loro, con legami solidi e stabili con i clan di camorra “Amato-Pagano” (originario di Melito) e “Imperiale-Cerrone”, tanto da configurare un’unica estesa organizzazione criminale.

Il provvedimento ha colpito soggetti che, sin da prima della prima faida di Scampia ed in particolare dalla fine degli anni ’90, si erano posti come referenti di un’organizzazione che si è avvalsa di collegamenti diretti con narcotrafficanti sudamericani ed europei di primissimo livello, di basi operative in diversi Stati europei e di enormi disponibilità di risorse economiche e di mezzi.
Grazie alla struttura transnazionale smantellata oggi dalla Dda, il clan Amato-Pagano è devenuto negli anni il principale canale di smistamento della droga nel napoletano. L’inchiesta ha disvelato la chiave del potere economico della cosca protagonista dello smercio di stupefacenti a Secondigliano e delle sanguinose faide verificatesi a partire dall’originaria scissione del clan “Di Lauro” nel 2004. Un potere fondato anche sulla creazione di un fondo comunale, una riserva da utilizzare per il costante reperimento di droga. I ricavi ottenuti erano di decine di milioni di euro ogni anno.

“Apporto importante ma non fondamentale alle indagini – hanno sottolineato in una nota i procuratori Giovanni Colangelo e Filippo Beatrice – emerge dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ma altresì di centrale importanza sono indagini tecniche, gli accertamenti ed i sequestri operati nel periodo 2012-2014″.

A tal proposito è stata riconosciuta come certa la riconducibilità al gruppo Imperiale-Cerrone del carico sequestrato il 20 settembre 2013 a Parigi, in Francia. Allora è finita sotto sequestro cocaina per 1330 kg arrestando Vincenzo Aprea.
Tramite rogatorie internazionali, inoltre, la Dda ha chiesto il sequestro preventivo di quote societarie, beni immobili ed imbarcazioni degli indagati ubicati negli Emirati Arabi Uniti (Dubai), in Spagna e nell’Isola di Man.

“Il contesto di queste vicende – si legge nel comunicato dell’Antimafia – descrive quindi la storia ultraventennale di consolidate strutture imprenditoriali dirette da personaggi di livello internazionale, come Raffaele Imperiale ed i suoi soci, soggetti che si sono enormemente arricchiti facendo affari con le principali organizzazioni camorristica di Napoli, come gli Amato-Pagano, in un intreccio inestricabile di società di fatto tra camorristi e broker internazionali della droga, nonché abili professionisti dediti al riciclaggio degli ingentissimi proventi derivanti dal narcotraffico”.

FraFree

Gli indagati:

1. Carmine Amato, di Napoli classe ’81

2. Vincenzo Aprea, di Napoli classe ’68

3. Mario Cerrone, di Napoli classe ’74

4. Mario Iorio, di Napoli classe ’81

5. Vincenzo Iorio, di Napoli, classe ’88

6. David Charles Mirone, di Roma classe ’72

7. Carlo Musto, di Napoli classe ’88

8. Vincenzo Scarpa, di Torre Annunziata classe ’65

9. Attilio Eugenio Repetti, di Genova classe ’46

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