Questo, tuttavia, non mi esime dall’evidenziare come, ancora una volta, nei confronti di un membro del Parlamento, ovvero di un appartenente alla tanto vituperata classe politica, si adottino misure cautelari pur non sussistendo quelle precise circostanze che il codice penale chiaramente indica per la irrogazione della sanzione del carcere preventivo”.
“A sei anni di distanza dai fatti contestati e sulla base di intercettazioni sibilline e contraddittorie al tempo stesso – prosegue D’Anna – si decide che De Siano non possa difendersi nelle aule di giustizia da uomo libero. E’ ormai la nemesi giudiziaria che si abbatte sul capo di chiunque rivesta ruoli politici ed istituzionali e che va ad aggiungersi agli oltre 26.000 detenuti in attesa di giudizio che sono l’elemento distintivo di una giustizia lumaca che non funziona e che altro non reclama (per coloro che esercitano la giurisdizione) che piena autonomia e irresponsabilità rispetto agli errori ed agli abusi commessi”. “Quando il Senato della Repubblica si interesserà della vicenda per l’autorizzazione a procedere all’arresto, dichiaro fin d’ora che il mio voto sarà contrario” conclude D’Anna.