Il Comune paga i debiti della partecipata Sint per un mutuo bancario, 621mila euro per evitare il rischio che gli immobili del complesso del Solaro venissero pignorati dalle banche. Questa è una delle storie che potrebbe rientrare nel libro degli “orrori comunali”, storia vecchia ma che da il senso del perchè le Terme di Stabia siano finite in malora. Con un impegno di spesa di oltre mezzo milione di euro il settore Economico del Comune, guidato dal
commissario straordinario Claudio Vaccaro, ha onorato ben sette rate semestrali arretrare più gli interessi di mora che la partecipata comunale Sint, che gestisce il patrimonio immobiliare delle Terme di Stabia, aveva accumulato negli ultimi anni nei confronti dell’istituto di credito Mps a cui era stato chiesto un prestito per – cosa paradossale – per onorarne un altro.
Dopo vari solleciti da parte dell’istituto di credito l’amministratore unico della Sint Biagio Vanacore ha chiesto all’ente comunale di sobbarcarsi il peso delle rate del mutuo da 2 milioni di euro da onorare con il Monte dei Paschi di Siena che ha minacciato di pignorare i beni gestiti dalla Sint ovvero le Terme di Stabia.
L’azienda, altra partecipata comunale, è fallita con una montagna di debiti ed i lavoratori sono stati licenziati mentre lo stabilimento è chiuso da circa 3 anni. Questo perchè all’epoca il Comune con una lettera di patronage e un’ipoteca sugli immobili delle Terme di Stabia si fece garante per la Sint davanti all’istituto bancario al fine di ottenere il prestito.
La storia ha inizio quando nel 1959 la Sint chiede e ottiene un prestito di 2,4 miliardi di lire dalla Cassa del Mezzogiorno per provvedere alla costruzione del complesso delle Nuove Terme. Il tutto da restituire in 50 rate semestrali, ma passano gli anni e Sint non onora il prestito tanto che viene condannata in più gradi di giudizio a saldare il conto che nel frattempo era lievitato oltre 5 miliardi di lire.
Si arriva poi agli anni ’90 ed il debito sfiora i 6 miliardi grazie agli interessi di mora accumulati negli anni per il mancato pagamento delle rate. La svolta arriva nel 2002 quando la Sint ottiene dall’Avvocatura di Stato di poter estinguere il debito pagando la cifra pari all’importo dell’ipoteca sugli immobili delle Terme di Stabia, ovvero 3 miliardi di lire.
Per onorare la transazione siglata con il Ministero del Tesoro, nell’anno 2006 quando a Castellammare era sindaco Salvatore Vozza, la Sint richiede a diversi istituti di credito il finanziamento di 2 milioni di euro. Arrivati al recente passato, nel 2006, la Sint ottiene il mutuo dall’istituto Monte dei Paschi di Siena grazie alle garanzie date dall’ente comunale con apposita delibera di giunta comunale.
Tutto sembrava volgere verso la fine di una querelle di durata decennale ed invece nel 2010 la Sint chiede la sospensione delle rate e la riduzione delle rate da 130mila a 75mila euro. Gli ultimi report consegnati a palazzo Farnese dall’amministratore Vanacore parlano di ben 7 rate ancora da onorare ed la richiesta di intervento da parte del Comune che ha sborsato 621mila euro per scongiurare il rischio che la banca pignorasse i beni. Intanto nei prossimi giorni il Comune dovrà valutare il piano di riequilibrio presentato da Vanacore per evitare il crac dell’ultima partecipata di Castellammare.
Raffaele Cava