La situazione politica a Castellammare è tutt’altro che felice e, all’interno dell’ex partito di maggioranza, il Pd, le divisioni sono ancora evidenti e, a tratti, anche insanabili.
Continua a far discutere la scelta, ormai vecchia di molti mesi, dei quattro consiglieri che, insieme all’opposizione di destra, hanno sancito la sconfitta politica di Nicola Cuomo con la caduta della sua amministrazione. I quattro furono anche deferiti alla commissione provinciale di garanzia per il loro comportamento ma, nonostante ciò, hanno ricevuto dalle mani del presidente della commissione di garanzia il rinnovo della tessera del Pd.
A riguardo, è duro il commento di Ciro D’Auria, già presidente dei garanti del circolo Pd di Castellammare di Stabia, che in una lettera inviata ai segretari regionali e provinciali del partito, ha manifestato la sua amarezza: “Visto i fatti devo dedurre che il segretario regionale e il segretario provinciale non conoscono lo statuto del Pd, oppure devo pensare che nel partito regionale comandano personaggi che fanno il bello e il cattivo tempo favorendo gli amici e danneggiando chi non è amico. Alla faccia delle regole uguali per tutti. Possiamo quindi dire che il nostro partito non è più partito democratico ma partito anarchico dove ogni iscritto può fare i fatti suoi con grave danno per tutti”.
Nello stesso tempo, D’Auria attacca anche la campagna di tesseramento Pd che per lui risulta essere poco chiara: “In città non è stato affisso nessun manifesto e nemmeno un avviso all’ingresso del circolo Pd. Vista l’affluenza all’iscrizione devo dedurre che sono stati informati solamente alcuni personaggi. Visto che per il tesseramento al Pd del 2014 furono affissi in città numero 50 manifesti che annunciavano per tutto il mese di dicembre che era possibile inscriversi al Pd. Ebbene al 30 dicembre 2014 presero la tessera circa 80 persone. Nel tesseramento 2015 in due giorni (in tutto 8 ore) senza manifesti e senza avviso gli iscritti sono stati 500”.
Per D’Auria, quindi, un partito che è completamente allo sbando e, considerato che le regole non vengono rispettate da tutti gli iscritti, ha creato una forte disaffezione che lo ha portato “dopo 63 anni di iscrizione al partito, a non rinnovare la tessera 2015, ed è stata una decisione molto sofferta”.
Gennaro Esposito