Stavolta a finire nel mirino dei Forestalidi Castellammare di Stabia guidati dal Comandante Raffaele Starace,che alla vigilia della chiusura della stagione venatoriahanno pattugliatoi Monti Lattari a caccia di bracconieri, è finito un tizio di Gragnano (M.S.) che, nel cortile recintato della sua abitazione che affaccia sulla strada principale, deteneva due esemplari di Gheppio (Falco tinnunculus) legati,uno su di una base di legno tramite una corda stretta all’arto con un moschettonee l’altro ancorato ad un tronco di legno con una corta catena sempre con moschettone. Gli animali ben in mostra hanno attirato l’attenzione degli agenti forestali.
Immediato è scattato il sequestro degli animali e la denuncia a piede libero del proprietario trattandosi di fauna selvatica protetta iscritta nell’allegato B del Regolamento (CE) n.338/97 di cui all’art.2 lett. f) L.150/92 e sprovvista di certificazione CITES.
Il proprietario è stato denunciato per violazione della legge sulla caccia (Legge 157/92 art.30, comma 1 lett.F) e,vistala detenzione in cattività incompatibile con la natura degli animali e i danni alle zampe causati dal pesante moschettone in acciaio e dai corti legacci, è scattata la denuncia anche per maltrattamento animale (art. 544 ter CP).
I due Gheppi sono stati subito trasferiti al Centro Recupero Fauna Selvatica il Frullone di Napoli ed affidati ai veterinari per le cure e la riabilitazione propedeutica alla successiva reintroduzione in natura.
Se è vero che la cresciuta sensibilità delle persone ha fatto aumentare di molto l’attenzione e la tutela per gli animali è anche vero però, e ne prendiamo tristemente atto, che il bracconaggio ed il commercio illegale di tali rari uccelli rapaci è purtroppo ancora lontano dall’estinzione.
Non è difficile imbattersi in annunci o negozi che, soprattutto nell’entroterra vesuviano, vendono sfacciatamente esemplari di fauna protetta, spesso sprovvisti di ogni sorta di documentazione che ne attesti la provenienza. Si tratta nella maggior parte dei casi di animali sottratti illegalmente alla natura, tramite reti, trappole o spesso depredando i pulcini direttamente dai nidi. Animali selvatici in via d’estinzione, trasformati in “animali da compagnia”, a
causa di un collezionismo dilagante quanto deleterio, in Italia vietato per legge. Dopo un periodo di “addestramento” legati o in gabbia, tali animali vengono piazzati sul mercato anche per cifre considerevoli. Sul sito “Subito.it” è facile imbattersi in annunci di aquile, falchi, gufi,civette, barbagianni,
Ma l’accorata partecipazione dei cittadini, che sempre più frequentemente si rivolgono alla nostra associazione e alle forze dell’ordine per segnalazioni e richieste di intervento, non può che farci ben sperare. Siamo convinti che il bracconaggio sia una pratica anacronistica e, prima o poi, sparirà del tutto assieme alla caccia, tenuta in vita da una ristretta e potente lobby, anche perché l’ambiente naturale sta lentamente regredendo e con esso l’assurda possibilità di predare liberamente la fauna naturale.