Gli arresti eccellenti, le esecuzioni e i pentimenti hanno di fatto consegnato Napoli nelle mani di giovani spietati e ambiziosi, spesso cocainomani consumati, pronti a tutto pur di imporre la logica del terrore in città e controllare gli affari illeciti sul territorio.
Ecco che compaiono i tatuaggi identificativi, le sigle con tanto di nata di nascita dei nuovi baby boss a marcare visivamente gli affiliati: spesso ragazzi di buona famiglia, operai e piccoli commercianti affascinati dallo strapotere e dalla disponibilità economica dei giovani pezzi da novanta della mala partenopea.
“Radio mala” parlerebbe , nel caso dell’arresto di Giannelli, di presunte soffiate arrivate agli investigatori che soprattutto negli ultimi giorni avevano letteralmente braccato il latitante blindando in particolare proprio Cavalleggeri, considerata la roccaforte storica del latitante non che rifugio dello stesso nel breve periodo di latitanza.
Proprio qualche giorno fa in un articolo de Il Gazzettino Vesuviano online avevamo raccontato di quanto la caccia degli investigatori su Alessandro Giannelli si era fatta più che serrata: poco dopo la mezzanotte di ieri è stato arrestato mentre era in auto insieme alla moglie, il figlio ed un amico.
I cittadini temono ora le conseguenze di un arresto che potrebbe non tenere per molto Giannelli dietro le sbarre: qualche rampollo della mala potrebbe tentare il colpaccio tentando di imporsi criminalmente nella zona orfana al momento del boss e scatenando le probabili ritorsioni dei fedelissimi determinati a rimarcare il peso di Giannelli su Bagnoli e Cavalleggeri nonostante l’attuale detenzione dello stesso.
Una cosa è certa: troppa gente mangia di questo pane, troppi giovanissimi sono al soldo del sistema camorra per sperare nella fine delle ostilità. Momenti bui per la popolatissima area partenopea, amara realtà da accettare per chi onesto contribuente non sa più a chi rivolgersi per ottenere quel minimo di vivibilità che Napoli sembra proprio non concedere ai suoi figli.
Alfonso Maria Liguori