Napoli, “Naviganti InVersi” e “Ztn” presentano: “Inshalom, o l’assurda partita”

INSHALOM ZTN copiaDopo il successo al Teatro Antigone di Roma e l’enorme richiesta da parte del pubblico di Napoli, torna per una replica straordinaria “Inshalom o l’assurda partita”, lo spettacolo/gioiello della compagnia Naviganti Inversi.

“Ci sono giornate della Memoria che non vedremo mai, a meno di non arrivare a sei milioni.

E benché io non creda nel Dio iracondo dei cristiani ma in qualcosa che scenderebbe sulla terra e direbbe “oh, che cazzo fate, coglioni! La smettete, imparate a dialogare, andare d’accordo o devo disintegrarvi?”, spero che quel numero non si raggiunga”, ha detto Maurizio Capuano.

La spettacolo racconta la storia di Nassur e Shlomo, palestinese il primo e israeliano il secondo, che svolgono per i rispettivi governi un lavoro particolare, quello di “conta-anime”. Il loro compito, infatti, è tenere il conteggio dei cadaveri nella striscia di Gaza, dove le persone sono solo numeri che servono alla propaganda dei rispettivi governi. Due uomini, due culture profondamente diverse, due punti di vista, una strana convivenza. Un’assurda partita giocata da secoli su una lunga striscia di sangue. L’orrore della guerra, raccontata con crudezza e umorismo nero, ma anche con profonda umanità. Un messaggio pacifista, condivisibile e mai banale.
Tutto questo è “Inshalom, o l’assurda partita”, che sarà nuovamente ospitato dallo spazio Ztn (Zona Teatro Naviganti) venerdì 12 febbraio 2016 alle ore 21.

Nota del regista e autore: In questa pièce ho cercato di raccontare il conflitto arabo israeliano senza cedere al facile patetismo da “Giorno della Memoria”.

Israele e Palestina giocano lo stesso gioco, e nessuna nazione ne esce vincitrice. Al di là delle questioni storiche, dell’evidente superiorità militare israeliana, nessuno ha ragione, se a perdere la vita sono sempre coloro che si ritrovano al centro del conflitto.
Ho cercato di rappresentare il conflitto in una dimensione quasi “ristretta”, in scala: dalle piccole scaramucce quotidiane alle tante divergenze che potrebbero tranquillamente essere appianate attraverso un dialogo sincero.
Si racconta la difficile convivenza di due persone che dovrebbero odiarsi perché divisi dalla guerra, anche se non ne capiscono la ragione.
Intanto, intorno, la vera guerra, quella in cui la gente muore, è solo ascoltata e “contata”.

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